Centrodestra, la mossa di Berlusconi: perdonare chi è in disarmo e poi…
Prima la smentita sul retroscena pubblicato da Repubblica: «Sono stanco, sfiduciato, tutti tramano contro di me. Ho voglia di mollare, di andare via…». Che, più avanti, prosegue: «Ho quella villa meravigliosa ad Antigua, dove sono stato una sola volta». Non è vero nulla, precisa una nota del partito, Silvio Berlusconi non ha mai detto queste cose.
I fatti sono in continua evoluzione
In molti si sono arresi. Ammette la sconfitta Pierferdinando Casini: «Renzi ha fatto fuori anche il centro, il nostro centro», dice sconsolato. È la seconda volta che il leader di quella che fu l’Udc si “consegna”: l’aveva fatto anche dopo le elezioni politiche, ammettendo che Berlusconi era quasi «imbattibile». Si sono arresi molti esponenti del Ncd, in difficoltà dopo l’addio di tanti militanti e vertici del partito, un’emorragia che sembra non fermarsi a meno che non ci sia un cambio di rotta. Si è arreso Alfano, consapevole che è difficile, per lui, cancellare Salvini, visti i risultati di qualsiasi sondaggio che circola in questi giorni. Berlusconi è lì, in attesa. Cerca di capire come sciogliere il nodo Fitto e cerca di capire anche se è possibile tirare a sé proprio coloro che si sono arresi, magari creando per loro una casa più confortevole.
Berlusconi studia la strategia
Non è facile ma qualcosa si muove, a cominciare dall’azione di Matteo Salvini da una parte e di Giorgia Meloni dall’altra. Ambedue mostrano i muscoli, a differenza di chi si sente sconfitto. Qui occorre un “patto”. C’è spazio per creare una coalizione che garantisca un equilibrio tra i moderati centristi e i partiti di mobilitazione popolare? La prova del fuoco è questa, per evitare che la coalizione rinunci di per sé ad essere forza di governo. A “pesare” però nelle strategie che l’ex premier ha intenzione di mettere in campo c’è l’attesa per la sentenza della Cassazione sul processo Ruby in cui l’ex capo del governo è stato assolto in appello. È sempre la stessa storia, tornano i fantasmi dei processi. L’umore di Berlusconi, secondo le voci che circolano, non è certo dei migliori anche perché la convinzione è che certa magistratura si sia rimessa in moto per non consentirgli di ritornare sulla scena pubblica: «Non posso nemmeno programmare gli appuntamenti della campagna elettorale», è il refrain che ripete a chi è di casa a via del Plebiscito. Una storia che prima o poi dovrà pure terminare.