A Padova il sindaco leghista fa confiscare gli incassi delle prostitute

28 Feb 2015 14:49 - di Carlotta De Bellis

Multa a chi contratta una prestazione sessuale e anche alla “lucciola”, ma soprattutto confisca del denaro dato dal cliente per il rapporto sessuale. E’ quanto prevede l’ordinanza antiprostituzione messa a punto dal sindaco leghista di Padova Flavio Bitonci che potrebbe scattare già lunedì. Oltre ad aver portato da 50 a 500 euro la multa per cliente e prostituta, il provvedimento, per la prima volta, come riportano i giornali locali, include la sanzione accessoria della confisca della somma ricevuta dalla “lucciola” colta sul fatto. Più di qualcuno obietta sulla legittimità di quest’ultima azione. «Dubito fortemente che un’ordinanza sindacale – dice Barbara Maculan, presidente dell’associazione Mimosa che lavora a fianco delle giovani indotte a vendere il proprio corpo – possa prevedere sulla normativa nazionale, la quale, ad oggi, non ritiene che la prostituzione sia un reato».

Prostitute: ma non è questo il solo provvedimento che ha reso famoso Bitonci

Il sindaco Bitonci non è nuovo a provvedimenti che gabbo notizia. Nel novembre del 2007, quale sindaco di Cittadella, emanò un’ordinanza che imponeva ai cittadini stranieri l’obbligo di dimostrare di disporre di un reddito minimo per poter richiedere l’iscrizione anagrafica alle liste dei residenti del Comune. Venne considerata la prima ordinanza nel campo della sicurezza pubblica, ed ispiratrice del cosiddetto Decreto Sicurezza dell’allora ministro Roberto Maroni. Per questa ordinanza, che taluni bollarono come razzista e discriminatoria, Bitonci fu inquisito dalla magistratura di Padova che tuttavia, successivamente, procedete all’archiviazione del fascicolo. 

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