Palermo, il sindaco-partigiano Orlando non andrà alla cerimonia per Almirante
Palermo, nota città di partigiani e resistenti. Dove nessuno prese mai le armi contro il fascismo o il nazismo. Eppure, incredibile a dirsi, settant’anni dopo i fatti e le stragi si scopre che dei post partigiani ci sono. Forse ora usciranno fuori anche dei garibaldini. La storia è questa: il 1° marzo si terrà al teatro Politeama, il più importante del capoluogo siciliano, una commemorazione di Giorgio Almirante, nel centenario della nascita, organizzata dalla Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, alla quale era stato invitato anche il più volte sindaco della città Leoluca Orlando, il quale aveva accettato con entusiasmo. Ma ecco l’odio riemergere dal passato, o forse solo bisogno di visibilità dopo che che i libri di Giampaolo Pansa e di Giorgio Pisanò hanno raccontato una storia un po’ diversa della resistenza da quella propalata per decenni dai vincitori. L’Anpi di Palermo, dove dopo l’8 settembre, come è noto, migliaia di partigiani presero la via del monte Pellegrino e delle Madonie, affrontando coraggiosamente i tedeschi e causando loro gravissime perdite, che poi consentirono agli americani di vincere la guerra, è saltata su contro il sindaco Orlando per la sua decisione di partecipare al convegno su uno dei più grandi uomini politici italiani e criticandolo aspramente. Detto fatto. Dopo un brevissimo ripensamento, l’Orlando ha inviato una lettera agli organizzatori annullando la sua partecipazione per «evitare che, la mia presenza, possa determinare ragioni di incomprensioni sull’impegno antifascista della città e dell’amministrazione comunale di Palermo» e via di questo passo, salutando cordialmente e peraltro ricordando l’impegno contro la mafia di Almirante stesso. Da parte nostra ricordiamo che la mafia in Sicilia, zittita dal fascismo per vent’anni, è tornata nell’isola e in Italia sulle punte dei cannoni dei carri armati dei “liberatori”. Il 1° marzo Giorgio Almirante sarà ricordato come merita dai palermitani perbene, lasciando i rancori e le manovre pre o post elettorali agli altri. A quando un monumento a Palermo sull’eroica resistenza di Sicilia?