Mattarella esalta la Costituzione, discorso da prima Repubblica
Dopo il giuramento con il quale è entrato nel pieno delle sue funzioni, il nuovo capo dello Stato Sergio Mattarella ha pronunciato il suo discorso d’insediamento, presentandosi come “arbitro e garante” imparziale che deve essere aiutato dai “giocatori”, cioè dalla classe politica, nel rispetto delle regole. Al termine della prolusione (30 minuti in tutto) tre minuti di applausi. Tutti in piedi, compresi quelli del Movimento Cinquestelle che però non hanno battuto le mani.
La lotta alla mafia e l’antifascismo
“La garanzia più forte della nostra Costituzione – ha detto – consiste nella sua applicazione, nel viverla giorno per giorno”. Ha ricordato poi il ripudio della guerra scritto in Costituzione e il diritto al lavoro, assicurando il quale si applica la Costituzione. Tra le priorità ha indicato la legge elettorale e la lotta alla mafia e alla corruzione, citando Falcone e Borsellino. Una standing ovation ha accolto le sue parole quando ha ricordato il valore dell’antifascismo.
I due marò e l’emergenza terrorismo
Parlando dell’emergenza terrorismo ha ammonito a non considerarla una “guerra di civiltà”. Ha quindi parlato dell’Europa come “frontiera di speranza”. Ha quindi ricordato la sorte dei due marò Girone e Latorre (standing ovation in aula, applausi partiti dal gruppo FdI ma non si uniscono i grillini). Parlando della condanna della violenza praticata in nome della religione ha anche ricordato la morte di Stefano Gaj Tachè, il bambino di soli due anni ucciso nell’attentato alla sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982 da un commando palestinese. Tra le emergenze ha citato anche l’immigrazione augurando un ruolo più solidale dell’Ue.
Un discorso che esalta la Costituzione
Un discorso che non ha riservato grandi sorprese tutto incentrato in definitiva sull’esaltazione della Costituzione e che conferma quanto il nuovo presidente della Repubblica sia espressione della cultura e dei modelli retorici della prima Repubblica.