Parroco novantenne rinviato a giudizio per circonvenzione d’incapace
L’Italia che non t’aspetti. E che non si augura nessuno: un sacerdote novantenne rinviato a giudizio per circonvenzione d’incapace. Per aver cioè indotto un’anziana signora benestante a stilare un testamento olografo a favore della Chiesa, o meglio della Diocesi di Rimini. Difeso dall’avvocato Piero Venturi, l’anziano prete è comparso davanti al giudice per le udienze preliminari di Rimini che ha deciso per il rinvio a giudizio. Il processo è stato fissato il 15 settembre.
Parte civile la sorella
Parte civile la sorella oramai novantenne anch’essa dell’anziana signora deceduta, a quasi 101 anni, il 5 gennaio del 2013. Il testamento impugnato risale al dicembre del 2006, quando la donna aveva compilato e firmato di suo pugno il documento col quale lasciava alla diocesi una villa e 3 appartamenti in zone di pregio e dal valore di qualche milione. Durante le indagini è emerso che il sacerdote faceva regolare visita all’anziana per somministrarle la comunione e che aveva raccolto la volontà della donna di lasciare tutto alla Chiesa, escludendo dall’eredità la sorella. Alcuni testimoni, tra cui la badante e un vicino di casa, infatti, hanno raccontato di aver visto e sentito le due anziane litigare spesso.
La diseredata denuncia il parroco
Prima di procedere con la volontà della parrocchiana, il sacerdote aveva però chiesto il parere di un medico, un neuropsichiatra e medico legale, che aveva compilato una relazione sullo stato mentale dell’anziana, giudicandola nel possesso delle facoltà mentali, nonostante l’età. Nel 2013, la donna muore a quasi 101 anni e la sorella, scoprendo di essere stata diseredata, denuncia il parroco. In seguito alle indagini si è così scoperto che già nel 2007 l’Ausl di Rimini aveva certificato che l’anziana possidente soffriva da almeno 10 anni di demenza senile. Giudizio confermato dal perito incaricato dalla Procura.