Pedofilia, tenta di violentare la figlia della compagna: arrestato. Lui nega
È stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare dalla polizia di Ravenna, con l’accusa pesante di tentata violenza sessuale nei confronti della figlia dodicenne della sua ex compagna. Nei guai, per pedofilia, è così finito un imprenditore del ravennate, che però ha sempre negato nei mesi scorsi ogni addebito. Ma a suo carico per gli investigatori ci sarebbero prove nette.
Non solo pedofilia, l’uomo è accusato anche di altro reato
L’uomo, difeso dall’avvocato Ermanno Cicognani, si trova ora in carcere a Ravenna. È stato pure accusato di un altro reato, cioè di avere incendiato l’auto della donna con cui aveva una relazione subito dopo aver subito, alla fine dell’anno scorso, e nell’ambito dell’indagine sulla presunta tentata violenza, una perquisizione da parte della squadra Mobile cui la magistratura aveva delegato gli accertamenti. Secondo l’ordinanza emessa dal gip ravennate Rossella Materia, su richiesta del pm titolare dell’inchiesta Isabella Cavallari per pericolo di reiterazione del reato, determinante per il quadro probatorio è stata un’intercettazione ambientale. L’ha realizzata, alla fine della scorsa estate, la stessa adolescente utilizzando il proprio cellulare. Nella registrazione l’imprenditore sotto accusa si propone con frasi ritenute da chi indaga esplicite. Ma l’uomo, appunto, ha finora sostenuto di non avere in nessun caso nemmeno mai toccato la piccola. Del materiale è stato sequestrato dalla polizia durante la perquisizione dell’edificio dove abita, e sotto sequestro – dal giorno dell’incendio dell’automobile della ex compagna – c’è pure la vettura dell’uomo. Il dirigente della Mobile ravennate che ha eseguito l’arresto, Nicola Gallo, pur nel comprensibile riserbo dovuto al caso, non ha esitato a parlare di «un caso molto delicato» oltre che di «un fatto molto grave». Per l’indagine si è attivata la seconda sezione della squadra mobile della questura ravennate, specializzata in questo tipo di reati.