Presi gli assassini del commerciante di pesce. La figlia: ora posso combattere

24 Feb 2015 12:29 - di Sandro Forte

I carabinieri di Macerata e Catania hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari a carico dei presunti assassini di Pietro Sarchié, l’ambulante di prodotti ittici di San Benedetto del Tronto ucciso il 5 luglio scorso a San Severino Marche. Il cadavere fu poi bruciato e gli assassini fuggirono con il furgone del commerciante. I quattro arrestati sono accusati di omicidio premeditato, occultamento e vilipendio di cadavere, ricettazione e riciclaggio (i pezzi del furgone sono stati rivenduti), rapina, favoreggiamento personale. Giuseppe Seminara e il figlio Salvatore, fermati nel Catanese, sono stati rinchiusi in carcere, mentre agli arresti domiciliari sono finiti i loro presunti complici: Santo Seminara, residente a Castelraimondo, e Domenico Torrisi, che vive nella frazione di Gagliole.

L’arresto dei presunti assassini: Sarchié scomparve il 18 giugno scorso

Sarchiè era scomparso il 18 giugno 2014, mentre faceva un giro di consegne di pesce nell’alto Maceratese. Il 5 luglio il suo corpo fu rinvenuto semicarbonizzato nella Valle dei Grilli. L’uomo era stato ucciso a colpi di pistola e poi dato alle fiamme. Le indagini della Procura di Macerata si erano presto concentrate sul gruppo di catanesi, che avrebbero agito per conquistare il mercato della vendita al dettaglio di pesce nella zona.

Jennifer Sarchié: ora posso iniziare a combattere

«Per me, per la mia famiglia, non è una vittoria, perché il dolore per la perdita di un genitore, e soprattutto in questo modo, è atroce». Jennifer Sarchié affida ad un post su Facebook il primo commento sull’arresto dei presunti responsabili della morte di suo padre Pietro. «Ma ora – continua Jennifer, che insieme alla madre e al fratello Yuri si è sempre battuta per rendere giustizia al genitore – dopo aver messo un punto importante si può iniziare a combattere». La donna ringrazia «la Procura di Macerata, che mi è stata sempre vicino e – scrive – tutti voi. La mia vittoria è e sarà anche la vostra. Mio padre aveva ragione, non conta il tempo che passa, l’importante è fare le cose per bene, che tanto prima o poi la giustizia arriva. Babbo, ti penso ogni istante con immenso amore, oggi per noi è un giorno importante, che aspettavamo dal quel maledettissimo 18 giugno», il giorno in cui il commerciante scomparve nel nulla.

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