Rai, Gasparri all’attacco della Boschi: “Un decreto? Incostituzionale”

21 Feb 2015 20:46 - di Tito Flavi

Questione Rai, Gasparri va alll’attacco della Boschi. “Il ministro deve averci preso gusto a risolvere alcune faccende che interessano lei o Renzi usando come strumento il decreto legge. Dopo l’abuso fatto per le banche popolari, ora sarebbe la volta della Rai. Un decreto per riformare la governance è palesemente incostituzionale. Non si può fare e il Capo dello Stato non potrebbe firmarlo. Che la Boschi sia inesperta è evidente e comprendiamo perché dice sciocchezze. Ma che pensi di fare la furba e prendere tutti per i fondelli è troppo. Pensi ai danni fatti, ai guai della banca dell’Etruria e non si avventuri in materie a lei incomprensibili. Un decreto per riformare la Rai sarebbe un atto di banditismo che causerebbe seri guai al governo”.

Il dossier Rai in mano a Renzi

Il ministro, da parte sua, si schermisce. Ma è evidente che qualche colpo di mano sulla Rai  bolle in pentola. “Non sono ancora circolati testi di decreto – afferma Boschi -. Vedremo se l’urgenza sarà tale da giustificare un intervento immediato”. Renzi, da parte sua, ha deciso di occuparsi del dossier Rai personalmente e vuole arrivare al rinnovo dei vertici in estate o, al massimo, in autunno con nuove norme che rivedano  l’assetto organizzativo, garantiscano risorse certe, favoriscano i risparmi e tenti di porre rimedio ai limiti mostrati dall’azienda negli ultimi anni.

“Consulenti” poco indipendenti

Il premier se la prende da parte sua  con l’offerta editoriale, che a suo dire, “dà troppo spazio al chiacchiericcio della politica”, dalla fiction, “incapace di superare i confini nazionali”, dalla presenza sul web, ritenuta del tutto inadeguata. La riforma sarà frutto anche dei pareri forniti, tra gli altri, da Angelo Guglielmi, Stefano Balassone, Lucia Annunziata, Carlo Freccero, Antonio Campo dall’Orto. Tutti personaggi notoriamente obiettivi e indipendenti… Renzi punta a un percorso rapido in Parlamento, ma un decreto sulla materia sarebbe una mossa ardita da condividere con il Quirinale

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