Ranucci: «La vendita del Colosseo Quadrato è un affronto inaccettabile»

16 Feb 2015 18:54 - di Antonella Ambrosioni

«È come se vendessimo il Colosseo. Un Colosseo Quadrato, ma che è pur sempre un pezzo della nostra storia archtettonica. Per chi viene dal mare il Palazzo della cività italiana è il primo simbolo che si trova davanti della nostra città». A parlare è il senatore del Pd, Raffaele Ranucci, che per primo ha tuonato contro la gravità delle voci che davano il prestigioso Palazzo della Civiltà Italiana, emblema dell’architettura razionalista, a rischio vendita  per far fronte ai conti in rosso dell’Eur spa, la società per il 10% del Comune di Roma e per il 90% del Ministero delle Finanze che lo possiede. Una voce inquietante per il parlamentare che dal 1999 al 2003 è stato presidente di Eur Spa.  Un’offerta del gruppo Arnault-Fendi, che lo ha già in affitto, pronta ad acquistarlo per 50 milioni di euro, ha aggiunto nuove ombre sulle quali Ranucci ha voluto vedere chiaro.

Senatore Ranucci, ci ha colpito la sua “crociata” a favore del Colosseo Quadrato: un uomo di cultura progressita che difende un gioiello dell’architettura fascista…

Guardi, le rispondo con un’osservazione che fece anche Oliviero Toscani in occasione di una sua mostra di manifesti al Colosseo Quadrato all’epoca della mia presidenza di Eur spa. Un giornalista gli chiese se non si sentisse in imbarazzo ad esporre in un Palazzo ideato e voluto dal fascismo e lui rispose che non c’era partita tra la bellezza del Colosseo Quadrato e “ciò che gli stava davanti”, intendendo riferirsi alla Magliana… Chiaro, no?

La pensa allo stesso modo?

Ritengo che la grande architettura prescinda dalla valenza storica del periodo che lo ha prodotto. Hanno lavorato al Colosseo Quadrato -così come agli altri gioielli dell’Eur – i più grandi architetti del razionalismo italiano. Personalmente ho sempre amato l’Eur, chi ama il Bello non può non ammirarlo: è l’unico quartiere che ha nel sottosuolo cunicoli predisposti per cavi e fibre ottiche che dimostrano come sia stato ideato pensando al futuro.

Come è possibile solo ipotizzare la vendita del Colosseo Quadrato?

Ci sono stati errori strategici nella gestione di Eur Spa. L’errorre chiave fu aver trasformato il progetto della Nuvola di Fuksas da un modello di project financing a quello degli appalti. E ho detto tutto. In una prima fase la Nuvola era stata pensata con l’apporto dei privati e si pensava che potesse essere un bene per Roma, un valore aggiunto oltre alle sue bellezze. Con il metodo degli appalti il progetto ha continuato a succhiare risorse pubbliche mandando inr rosso i conti di Eur Spa.

Non si può pensare di “pagare” la Nuvola con il Colosseo Quadrato, vero?

Assolutamente no. Vendere anche solo uno di quegli edifici  dell’Eur – come il Museo delle Arti Popolari, l’Archivio di Stato, il Museo Pigorini – sarebbe un affronto alla nostra storia, per quanto mi riguarda. Ognuno di questi edifici è stato pensato per il bisogno e le prospettive di Roma.

La sua interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia ha avuto effetto?

Penso proprio di sì, che abbia contribuito a muove le acque. Del resto vedo già molti passi indietro. Al momento non è prevista la vendita del Colosseo Quadrato. Si sta ragionando invece sulla vendita dei musei delle Tradizioni popolari, del  Pigorini e del Museo dell’Alto Medioevo: li acqusterebbe il Mibac e in cambio il ministero delle Finanze fornirebbe i denari che serbono per completare la Nuvola.

Commenti