Riforme, tutti al Quirinale martedì. Brunetta: «A Renzi faremo vedere i sorci verdi»
Sulle riforme costituzionali i partiti si danno appuntamento a martedì, giorno in cui – come annunciato da Renato Brunetta nel corso di una conferenza stampa alla Camera – il presidente della Repubblica «ci riceverà gruppo per gruppo». Si tratta di un’iniziativa abbastanza insolita, dal momento chesolo due giorni fa la presidente della Camera Laura Boldrini ha concesso alle opposizioni l’allungamento dei tempi a disposizione. Ma il problema è politico e non regolamentare. Lo è soprattutto per Forza Italia, costretta ad alzare i toni della polemica nella speranza di tenere unito un partito sempre più squassato dalla fronda “fittiana. Ma lo è anche per gli altri, Renzi compreso, di nuovo alle prese con la minoranza interna, tornata a farsi minacciosa ora che il premier è privo della preziosa sponda del Cavaliere.
Brunetta: «Mattarella riceverà tutti i gruppi»
In conferenza stampa, il capogruppo forzista è stato durissimo, fino a minacciare di far vedere «sorci verdi» a Renzi ed al suo governo. «Abbiamo convenuto come opposizioni – ha aggiunto Brunetta – di uscire dall’Aula per denunciare la deriva autoritaria della riforma costituzionale e della legge elettorale che hanno assunto». Mente Brunetta dà quest’annuncio ai giornalisti, alcuni forzisti come Saverio Romano, Stefania Prestigiacomo, Elena Centemero ed Annagrazia Calabria sono rimasti in aula per votare.
La minoranza del Pd torna a minacciare Renzi
Ma è spaccato anche il Pd. Stefano Fassina e Pippo Civati, esponenti della minoranza, a proposito dell’Aventino delle opposizioni parlano di «fatto politico gravissimo» e annunciano che non parteciperanno alle votazioni sulle riforme dopo l’Aventino delle opposizioni. Una doppia defezione che non lascia indifferente Gianni Cuperlo. L’ex-rivale di Renzi alle primarie del Pd si dice preoccupato dall’«anomalia di una grande riforma con metà dell’emiciclo disertato». Per questo ha chiesto una pausa tecnica dei lavori per consentire di ricostruire «quel clima costituente che deve contrassegnare i nostri lavori». Richiesta già negata dalla Boldrini, per la quale non esistono «al momento ragioni per concedere una pausa».