Schettino all’Isola dei famosi? «Rifiutai l’offerta per rispetto dei morti»
Fioccano le smentite sulla presunta trattativa tra il comandante Francesco Schettino e alcuni emissari del programma “L’Isola dei famosi”, che avrebbero offerto, tramite il suo legale, un robusto compenso in cambio della partecipazione allo show, come svelato da un servizio delle Iene. Schettino non nega il contatto col suo avvocato ma respinge decisamente qualsiasi interessamento. Nello scorso novembre fu l’avvocato Domenico Pepe, difensore di Francesco Schettino nel processo per il naufragio della Concordia, a dire al comandante che c’erano persone interessate alla sua partecipazione all’Isola dei Famosi, ma Schettino declinò l’offerta a prescindere da “qualsiasi cifra si trattasse”.
La smentita di Schettino
«A metà del novembre scorso il mio difensore avvocato Domenico Pepe mi disse che c’era stato un contatto da parte di persone che erano interessate ad una mia partecipazione all’Isola dei famosi dietro pagamento di denaro. Gli dissi – racconta Schettino – di verificare e indagare anche perché avevo il sospetto che si trattasse di qualcuno che voleva alimentare il clima di discredito attorno alla mia persona. Successivamente l’avvocato Pepe mi disse che queste persone avevano offerto 2 milioni di euro per la mia partecipazione al reality». Il misterioso personaggio che, nel servizio delle Iene, si è presentato come “procuratore” di Schettino aveva invece detto al finto produttore tv inviato dalle Iene che la cifra richiesta era di 2,5 milioni, cioè 500.000 euro in più. «Declinai subito l’offerta – aggiunge il comandante – e dissi all’avvocato che da parte mia non c’era alcuna disponibilità o interesse alla cosa, di qualunque cifra si trattasse, poiché il mio mestiere è quello di comandante di nave e perché la ritenevo irrispettosa nei confronti delle vittime e dei naufraghi». «L’avvocato Pepe – ricorda ancora Schettino – aveva allora insistito perché io incontrassi queste persone, ma non detti alcuna disponibilità in proposito: tanto è vero che se così fosse ci sarebbe stato adesso materiale audio e video di tali incontri». «Sto valutando – conclude il comandante – se presentare querela a mia tutela poiché non sono state verificate dalle Iene le effettive credenziali della persona che si è presentato come mio “procuratore” senza averne titolo, mentre l’unica persona da me incaricata come avvocato civilista a curare gli aspetti della comunicazione è l’avvocato Cataldo Calabretta, il quale già nell’agosto scorso aveva smentito ogni mia possibile partecipazione al reality».