Lo scontro con Fitto. Brunetta fa due conti e Fini dice: era già tutto previsto
Sui giornali si sprecano oggi i paragoni tra lo scontro Berlusconi-Fitto e quello che nel 2009 vide protagonisti lo stesso Cavaliere e Gianfranco Fini. Il Giornale scrive di un Fitto che “imita Fini” nel comunicato in cui replica all’ultimatum del leader di FI (“Hai due settimane per decidere se stare dentro o fuori”). Fitto non accenna a volersi sottomettere: “Perché l’ipotesi di una nostra cacciata? Perché abbiamo avuto ragione? Meglio esserti antipatico ma utile e sincero”. E racconta ancora di un Renato Brunetta alle prese con i conteggi: su quanti parlamentari può contare la fronda fittiana? Una decina alla Camera, altrettanti al Senato. Tra coloro che si stanno spendendo di più per mettere pace c’è il senatore Altero Matteoli, il quale “getta acqua sul fuoco delle velleità di chi vorrebbe mettere ai voti l’espulsione di Fitto”.
Fini: Berlusconi è fatto così
Il parere di Gianfranco Fini è raccolto in un’intervista al Messaggero. “Era facile prevedere che sarebbe finita così – afferma Fini – in Forza Italia chiunque esprime una posizione politica diversa da quella di Berlusconi alla fine viene spinto fuori dal partito. Secondo lui, visto che lo criticavo, io avrei dovuto lasciare la carica di presidente della Camera. Da Fitto pretende che smetta di fare politica con la sua testa”. E aggiunge: “Berlusconi ormai lo conosciamo. E’ fatto così. Ha sempre avuto un’idea aziendale del partito. Per questo tratta i suoi come farebbe un presidente e amministratore delegato con i manager della sua ditta”. Quindi dice di provare amarezza perché il centrodestra “è ormai ridotto al ‘si salvini chi può’. Oscilla tra la deriva lepenista antieuropea, che esprime il segretario della Lega, e l’ormai scarsissima fiducia dei moderati in Berlusconi, che li stressa cambiando continuamente linea e strategia. Il che, va detto, continua a favorire Renzi, che, al momento, sembra avere la fortuna tutta dalla sua parte”.