Torna la Kyenge: parla dei migranti, difende Mare Nostrum (e gli sbarchi)

10 Feb 2015 16:39 - di Girolamo Fragalà

Rieccola, Cécile Kyenge. Torna per riparlare di immigrazione con le sue tesi devastanti, quelle che hanno prodotto l’invasione record di migranti sulle nostre coste. Torna per sottintendere che l’accoglienza di tutto e tutti è cosa buona e giusta. E parla a ridosso di un’altra strage in mare, l’ennesima, al largo delle coste di Lampedusa. In alcune circostanze sarebbe meglio un nobile silenzio perché di fronte a scene terribili, a scene di morte, non si può prendere una scorciatoia politica per difendere l’indifendibile, e cioè Mare Nostrum, la peggiore operazione che sia stata inventata dal governo italiano.

Le parole della Kyenge

La Kyenge, insieme ad altre europarlamentari del Pd (Patrizia Troia. Elly Schlein e Silvia Costa), ha voluto sottolineare che dall’inizio del 2015 sono 3815 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2014: «I numeri dimostrano che il presunto effetto pull-out di Mare Nostrum ipotizzato sia dalle autorità di Frontex che dal Viminale non c’è mai stato. Anzi, sono aumentate le vittime. Abbiamo denunciato sin dall’inizio l’inadeguatezza dell’operazione Triton, che non ha mezzi sufficienti, né un chiaro mandato di Search&Rescue, e che può spingersi solo fino a 30 miglia dalle acque territoriali italiane, contro le 172 di Mare Nostrum».

Mare Nostrum, un fallimento annunciato

Alla Kyenge sfuggono alcuni elementi. L’operazione Mare Nostrum è andata ben oltre gli scopi umanitari e si è trasformata in un trasporto gratuito e assicurato per qualsiasi migrante salpi dalla Libia, senza nemmeno un minimo di controllo. In sostanza, ha “aiutato” quei viaggi della disperazione e della tragedia, finendo per aumentare le partenze con tanti ringraziamenti da parte degli scafisti. L’operazione Mare Nostrum, quindi, non ha permesso alcun intervento per rimuovere alla radice il problema, ha avuto l’effetto opposto perché non ha disincentivato le partenze, con tutti i rischi connessi. Il risultato: l’invasione di migranti. Ma è forse questa invasione che sta a cuore alla Kyenge.

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