Berlusconi: Fi compatta, e ora basta con i distinguo strumentali
Deve aver trepidato molto Silvio Berlusconi in attesa dell’esito del voto sulle riforme costituzionali, se, una volta incassata l’unanimità del No da parte dell’intero gruppo parlamentare della Camera, si abbandona ad una critica serrata contro quelle che chiama “le cassandre”. Ossia coloro che sui giornali si sono divertiti nei giorni scorsi a presentare Forza Italia come un partito diviso, lacerato al suo interno, sull’orlo di una implosione senza precedenti. Intendiamoci, i dissapori e i mal di pancia non si sono affatto dissolti. La lettera di un pattuglia di parlamentari, che precisa di aver votato contro soltanto per disciplina di partito, evidenzia il malessere che ormai alberga nel partito. E a loro Berlusconi si rivolge dicendo “basta ai distinguo strumentali ” e a qualche “protagonismo di troppo”.
Berlusconi esalta l’unità di Forza Italia
Forse proprio per questa ragione l’ex presidente del Consiglio, commentando l’esito della votazione, ha voluto esaltare “il senso di responsabilità” mostrata dai deputati del suo gruppo e li ha ringraziati apertamente. Un modo ,quest’ultimo, utile anche a tracciare la nuova rotta che il presidente di Forza Italia vuole imprimere al partito dopo il “tradimento” di Renzi. La delusione dell’ex Cavaliere nei confronti del premier è di tutta evidenza “Noi abbiamo rispettato i patti fino in fondo – sottolinea con decisione Berlusconi – altri non possono dire lo stesso. Siamo fieri del nostro lavoro e dei nostri sforzi”. Ora però, archiviato il Patto del Nazareno, per colpa di Renzi (scotta ancora la presa in giro subita in occasione della elezione del Capo dello Stato), bisogna guardare avanti.
Berlusconi: “Nessuna nostalgia per il patto del Nazareno”
Di qui l’incitamento ai suoi: “Non dobbiamo avere paure, o nostalgie per una strada ormai impercorribile”. “A chi oggi, pur votando contro, esprime perplessità sulla linea intrapresa dal nostro partito – prosegue Berlusconi – ribadisco quello che più volte ho già detto: non siamo stati noi ad interrompere un percorso virtuoso di condivisione, non siamo stati noi ad anteporre gli interessi di partito a quelli del paese, non siamo stati noi a forzare ed imporre scelte che avrebbero dovuto essere concordate”.