Berlusconi smantella il cerchio magico: basta, non farò “Forza Silvio”

4 Mar 2015 15:08 - di Niccolo Silvestri

Il progetto “Forza Silvio” è come un fiume carsico: appare nei retroscena e nelle illazioni giornalistiche per poi inabissarsi nelle smentite ufficiali. Va avanti così ormai da anni ed il suo affiorare ad intermittenza solitamente precede, accompagna o segue i momenti di stasi e di difficoltà di Silvio Berlusconi, il solo, ovviamente, in grado di realizzarlo. Sebbene sia proprio lui, il Cavaliere, fortemente indiziato di esserne – nel contempo – suggeritore discreto e smentitore indignato.

La nota ufficiale: «Forza Silvio? Fantasiose illazioni»

Non fa eccezione neppure la fase attuale, con “Forza Silvio” che riprende a scorrere possente grazie alle notizie rimbalzate dal pranzo tra l’ex-premier, Sandro Bondi ed Emanuela Repetti, coppia fissa in politica e nella vita, acciuffati con le valigie in mano proprio in procinto di lasciare Forza Italia. Tra una portata e l’altra, però, il Cavaliere li ha convinti a restare. Come? Semplice: facendo balenare l’imminente arrivo di una rivoluzione che avrebbe sconvolto gli attuali equilibri e finalmente partorito il sogno di tutti i berlusconiani doc, cioè “Forza Silvio”. Tutto scritto e confezionato su giornali come  Repubblica e Messaggero, mica su foglietti di quart’ordine. Giusto il tempo di vedere l’effetto che fa è, puntuale, arriva la smentita: «Il presidente Berlusconi – recita una nota ufficiale – non ha mai ha pensato di “rottamare” Forza Italia, né tantomeno lavorato per farlo». I “retroscena” con cui i due giornali hanno attribuito a Berlusconi la volontà di realizzare “Forza Silvio” vengono degradate a “fantasiose illazioni». Quindi, la chiusa: «Questo continuo ricorso a ricostruzioni giornalistiche totalmente infondate contribuisce unicamente a far perdere credibilità a chi dovrebbe fare informazione e raccontare la verità dei fatti».

E c’è chi Berlusconi lo vorrebbe ad Antigua

Forza Italia, insomma, non si tocca e non ha alternative. Così come l’impegno del suo fondatore e leader, a dispetto di chi lo vorrebbe in partenza per Antigua a godersi la vecchiaia. Una conferma che suona monito all’intero centrodestra, sempre baldanzoso quando si discetta dell’eredità politica del Cavaliere e puntualmente e penosamente impreparato quando si tratta di attrezzarsi per portargliela via.

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