Brescia, arrestato un altro terrorista della porta accanto. È un pakistano
Disoccupato, 30 anni, pakistano. È l’identikit del nuovo terrorista della porta accanto. In via privata De Vitalis, a ridosso della stazione ferroviaria di Brescia, dove viveva, passava quasi inosservato, così come nella moschea della città lombarda, dove sembra nessuno lo conoscesse. I carabinieri del Ros di Brescia lo hanno fermato in città e Ahmed Riaz è risultato avere contatti anche con Resim Kastrati, macellaio kosovaro di 23 anni, residente nel Cremonese, espulso nel gennaio scorso, il quale era pronto a partire per combattere in Siria e arruolarsi nell’Isis. Sui social network Kastrati aveva anche esultato per la strage di Charlie Hebdo a Parigi. Riaz, è emerso dalle indagini del Ros, aveva diversi alias: durante l’identificazione è emerso che aveva declinato altrettante diverse generalità negli ultimi anni di presenza in Italia. È accusato di far parte di una rete con finalità terroristiche ed era già destinatario di un provvedimento di espulsione emesso lo scorso febbraio dal ministro dell’Interno su richiesta dell’Arma. Sarà allontanato dall’Italia e scortato fino in Pakistan. Frequenti i suoi contatti sui social network sui quali fotografie, video e altro materiale di ispirazione jihadista, con estremisti antioccidentali. La sua storia assomiglia a quella di Anas El Abboubi, marocchino di 21 anni di Vobarno, sempre nel Bresciano, terra ad alto tasso di immigrazione, fondatore della filiale italiana di Sharia4, movimento ultraradicale islamico bandito in numerosi Paesi europei e nato in Belgio su ispirazione del predicatore filo-jihadista Omar Bakri. Dopo essere stato rilasciato, El Abboubi ha fatto perdere le sue tracce per andare a combattere in Siria.
Il terrorista era sconosciuto anche alla moschea locale
Con Riaz, da gennaio, dopo l’attentato a Charlie Hebdo, sono state controllate in Italia 4.432 persone nell’ambito della minaccia di matrice jihadista: sono state fatte 141 perquisizioni domiciliari, 17 persone sono state arrestate e 33 espulse. A spiegarlo il capo dell’Antiterrorismo, Mario Papa, in audizione al Comitato Schengen. Papa ha anche precisato che le espulsioni «sono state decise per attività che vanno ad incidere sulla criminalità comune che può essere serbatoio» per i terroristi. «Quello del pakistano fermato oggi a Brescia è l’identikit perfetto per comprendere il fallimento del Governo Renzi in materia di immigrazione clandestina e infiltrazioni terroristiche». Così l’assessore della Regione Lombardia al Territorio, Viviana Beccalossi (FdI), ha commentato la notizia del fermo a Brescia di Ahmed Riaz, accusato di far parte di una rete con fini terroristici. Anche un altro componente della giunta Maroni, l’assessore alla Sicurezza Simona Bordonali (Lega Nord) in una nota ha criticato la «politica lassista da parte del Governo italiano nei confronti dell’immigrazione che avrebbe portato ad avere potenziali terroristi nelle nostre città». Bordonali chiedendosi come mai questa persona si trovasse ancora a Brescia nonostante fosse stata oggetto di un decreto di espulsione”, ha concluso che «il ministero dell’Interno dovrebbe per lo meno avere il buonsenso di dare seguito ai propri provvedimenti».