La Camusso soccorre Renzi: “Landini, non pestare i piedi al Pd”
Continuano a litigare Landini e Camusso. La “coalizione sociale” lanciata dal numero uno della Fiom è ancora un’intenzione eppure si va avanti a suon di ultimatum, di diffide, di altolà. «Noi non c’entriamo con la mossa di Landini», precisa la leader della Cgil. «Non si tratta di un partito politico», giura Landini, ma la leader sindacale dura: «Non vogliamo diventare né i costruttori né i sostituti di movimenti». E il premier Renzi ringrazia
Camusso incalza Landini
Le posizioni, al netto delle dichiarazioni non tanto velate sono distininte e distanti, se la Camusso ha teso a ribadire che che la prospettiva della coalizione sociale è inconciliabile con l’unità sindacale. Landini non demorde, la incalza. «Pensiamo sarebbe utile che la Cgil insieme alla Fiom si attivasse». Ma a stretto giro è arrivala presa di posizione della Camusso, evidentemente non ancora convinta dai chiarimenti offerti da Landini: «Pensiamo che bisogna cancellare qualsiasi ambiguità: è necessario che Landini dica quello che pensa tutta la Cgil». Poi rincara la dose la Camusso, particolarmente invelenita: «Il bisogno di politica di Landini non può stravolgere la natura della Cgil», dice Camusso che diede di essere rassicurata. Chiede così al capo della Fiom di chiarire che la manifestazione del 28 marzo sia di natura «sindacale e non politica» e su questo chiede una piattaforma comune con la Cgil. «Vedremo se ci sarà una risposta, allo stato non l’abbiamo», afferma.
Ultimatum: “Esci dalle ambiguità”
Replica, ma sulla difensiva, Landini: «Non sono un ragazzo molto ambizioso – ha detto a proposito del congresso Cgil del 2018 – farò quello che il sindacato mi dirà di fare», dice quasi scusandsi. «Sto facendo una battaglia per la difesa dei diritti alla luce del sole. Non ho interessi personali, dice facendo quasi “atto di sottomissione” e giurando «di non essere interessato a presentarsi alle elezioni, smentendo l’interesse a subentrare a Susanna Camusso alla guida della Cgil».