Catturato il capo del gruppo terrorista che ha sferrato l’attacco al Bardo
Era composto da 16 persone, di cui almeno due tunisini appena rientrati in patria dai territori di combattimento in Siria a fianco dei jihadisti, il commando che ha sferrato l’attacco terroristico al museo del Bardo di Tunisi. Lo hanno accertato le autorità tunisine che hanno anche arrestato il leader della cellula terroristica responsabile dell’attentato della settimana scorsa. E’ Rafik Chelli, segretario di stato presso il ministero degli Interni, a svelare al quotidiano “Al Maghreb” che il capo del gruppo ideatore e realizzatore del piano composto da 16 terroristi è finito in manette.
Resta, invece, ancora in fuga ed è tuttora ricercato dalle forze di sicurezza, il terzo terrorista che ha partecipato personalmente all’attacco al Bardo, Maher bin Al-Moulidi Al-Qaid, oggetto di un mandato di cattura da parte del ministero dell’Interno tunisino ed evocato dal Presidente della Repubblica nel corso di un’intervista.
Rafik Chelli ha spiegato che sono stati rinforzati tutti i controlli e, in particolare, sono state adottate misure di sicurezza eccezionali per proteggere ministri, istituzioni vitali e sensibili come Tunisair, banche, supermercati e altri luoghi di assembramento. L’ingresso alla Moschea accanto al Museo del Bardo, sarà consentito solo ad agenti e deputati mentre sono stati intensificati i controlli agli ingressi e alle uscite di Tunisi.
Intanto mentre si mettono a punto gli ultimi dettagli della marcia internazionale contro il terrorismo in programma domenica prossima a Tunisi, il cui slogan sarà “Le monde est Bardo” e dove sono attese numerose personalità a livello mondiale, tra cui il presidente francese François Hollande, la Comunità Europea ha fatto sapere di essere «decisa a rafforzare la sua cooperazione con la Tunisia nella lotta contro il terrorismo, tramite un dialogo politico ma anche progetti concreti, nell’ambito di un sostegno più ampio alla riforma del settore della sicurezza».
La Ue rafforzerà intesa antiterrorismo con la Tunisia
L’indicazione arriva, a pochi giorni di distanza dall’attentato del Bardo, con l’ultimo rapporto annuale sulle relazioni con i Paesi partner vicini, in cui viene evidenziata la minaccia della Libia e la necessità di riformare polizia e gestione delle frontiere.
L’attentato del Bardo, «rafforza ancora di più la determinazione dell’Ue ad accompagnare la costruzione di una democrazia tunisina forte» afferma Bruxelles nel rapporto, in cui spiega come «l’instabilità in Libia e il numero elevato di tunisini che si sono uniti a gruppi terroristici costituiscono una minaccia importante per la sicurezza del Paese». Non sorprende quindi che nella lista di raccomandazioni l’Unione europea inviti Tunisi non solo ad attuare la nuova Costituzione e a preparare le elezioni locali e regionali, ma ad «adottare una politica e misure per la riforma del settore della sicurezza, specie di polizia e gestione delle frontiere».
Secondo il rapporto, nel 2014 l’Unione europea si conferma il partner commerciale numero uno della Tunisia con scambi per 20,36 miliardi di euro ed «”pronta a lanciare negoziati per la conclusione di un accordo di libero scambio completo».
L’anno scorso Bruxelles ha stanziato 169 milioni di euro di aiuti alla Tunisia e contando anche il 2015 il bilancio indicativo oscilla fra i 202 e i 246 milioni di euro complessivi.
A questa cifra vanno sommati altri fondi nel 2014 destinati a società civile e autorità locali (2,4 milioni), rafforzamento di democrazia e diritti dell’uomo (1,2 milioni) e missione di osservazione elettorale (3 milioni). Sempre a favore della Tunisia l’anno scorso l’Ue ha approvato inoltre 300 milioni di assistenza macro-finanziaria.