Choc Ucraina, Proshenko: accordi per armi letali con 11 Paesi. E l’Europa?
Spiragli di luce nella crisi che infiamma l’Ucraina. Il presidente ucraino Petro Poroshenko, infatti, ha confermato una «graduale de-escalation» nei combattimenti tra forze governative e separatisti filorussi, a un mese esatto dall’accordo per il cessate il fuoco. «Il fatto che non abbiamo avuto perdite militari per diversi giorni… è una chiara indicazione di una graduale de-escalation», ha dichiarato Poroshenko all’emittente televisiva ucraina 1+1. Di più non dice dopo il delicato incontro con la cancellieri Angela Merkel.
Ucraina: accordi per ami letali
Ma la notizia che più sconvolge per i destini dell’interminabile guerriglia in Ucraina è la dichiarazione del presidente ucraino che «Kiev ha firmato contratti per importazioni di armi, anche letali, con 11 Paesi». Lo ha annunciato in una lunga intervista ripresa dall’agenzia Interfax senza tuttavia nominare questi Paesi, né specificar con quali accordi l’Ucraina potrebbe garantirsi l’eventuale invio di armi cosiddette “letali”. Pochi giorni fa Poroshenko aveva annunciato che restavano «armi pesanti nella zona dell’aeroporto di Donetsk, dove l’Osce non riesce a entrare» e aveva parlato di 64 soldati morti dopo il cessate il fuoco, per un totale di 1549 in Ucraina. Gli insorti, come da copione, si erano precipitati a ribaltare l’accusa: «Nessuna garanzia del ritiro delle forze governative». Da Londra il segretario agli Esteri Hammond aveva chiosato: «Mosca torna minaccia, ripreso reclutamento di agenti che sappiano il russo» mentre il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato un sondaggio preventivo sulla Crimea.