Edilizia a picco, i dati dell’Istat “sbugiardano” Renzi: ancora crisi nera
È un dramma senza fine quello dell’edilizia italiana. Le costruzioni assistono da 18 trimestri consecutivi, quasi 5 anni, ad una contrazione del numero degli occupati che non ha pari in altri settori economici. Secondo l’Istat, da fine 2009 al fine 2014 gli occupati persi sono 500.000, un quarto del totale. La chiave di lettura di questi dati è una sola: alla crisi – che non è affatto finita – si è risposto alzando le tasse sulle abitazioni e con le banche che hanno chiuso i rubinetti del credito alle famiglie. Altro che chiacchiere.
L’Istat smentisce gli ottimismi
Delle due l’una: o all’Istat e agli altri istituti di ricerca sono tutti “gufi” e profeti di sventura o dobbiamo prendere le parole di ottimismo del governatore di Bankialia Ignazio Visco e del ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan per quello che valgono: vuoti slogan, abracadabra che enfatizzano alcuni dati congiunturali, non strutturali, usati dall’esecutivo come specchietti per le allodole. Infatti, mentre il governatore di Bankitalia ci racconta che «c’è un ottimismo nuovo che non c’era fino a poche settimana fa. Dunque, è il momento di cogliere le opportunità»; e mentre il ministro dell’economia pigia sull’acceleratore delle riforme definendolo la «direzione giusta seguita dal governo», sono proprio i dati dell’Istat sul settore edilizio a “sbugiardare” ogni ottimismo.
Quello che il governo non dice
Di quali opportunità parlano? Da 1,96 milioni di occupati nel quarto trimestre 2009 si è infatti passati a fine 2014 a 1,45 milioni. Il settore dell’edilizia ha vissuto il momento più drammatico nella prima parte del 2013, ma da allora, al contrario dell’industria in senso stretto, dell’agricoltura e dei servizi, non ha mai mostrato alcun segnale di ripresa. Nell’ultimo trimestre dell’anno scorso la contrazione è stata di ben il 7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Le difficoltà del settore sono del resto dimostrate anche dai più recenti dati riguardo l’innalzamento delle tasse sulle case e il mancato credito alle famiglie da parte delle banche alle famiglie che richidono mutui. Un cammino sempre più in salita. Il settore edile è del resto un test molto indicativo dell “salute” di un Paese, coninvolgendo una fitta filiera i cui lavoratori ora sono sempre più nei guai.