Erri De Luca va (giustamente) sotto processo? Per “Liberation” è “martire”

2 Mar 2015 17:30 - di Corrado Vitale

Erri De Luca è diventato l’icona degli intellettuali “firmaioli” francesi, cioè gli eredi della vecchia gauche  sessantottina ( o di quel che ne rimane, al netto dell’incipiente rimbambimento senile).  “Libertà per Erri De Luca”: questo il roboante titolo di una grottesca petizione pubblicata su Libération e sottoscritta da vari personaggi del sinistrume transalpino, tra politici, intellettuali ed editori. Erri De Luca è forse in galera? No, è sotto processo per istigazione a delinquere, avendo proclamato che la “Tav va sabotata”. Il sabotaggio di un’opera pubblica, fino a prova contraria, è un reato. E incitare a compierla è un altro reato. Ma i gauchisti invocano sfrontatamente la libertà di espressione. “Mentre la Francia – si legge nel testo della petizione – si è appena mobilitata per difendere la libertà d’espressione, come potrebbe lasciare uno scrittore rischiare la prigione per le sue dichiarazioni pubbliche?”. Per i “compagni” d’Oltralpe il danneggiamento (con eslposione di molotov e bombe carta) e  il tentativo d’incendio di un cantiere non rappresenta, evidentemente, un crimine, ma un’opera benemerita. E ciò  non stupisce, visto il filo rosso che unisce due o tre generazioni di guerriglieri urbani: l’oltraggio a tutto ciò che sa di produzione e di creazione di ricchezza.

Sabotare è “nobile”

Questo ritratto, a Erri De Luca, calza a pennello. E per sua stessa ammissione. «Conosco bene il significato della parola sabotaggio – affermò, tronfio,  nel giorno della prima udienza– l’ho praticato qui a Torino, negli anni Ottanta. Per 37 giorni e 37 notti sono stato alla Fiat Mirafiori, dove con gli operai abbiamo bloccato la produzione». Se ne vanta pure, capito?  «Il verbo sabotare è nobile ha un significato molto più ampio dello scassamento di qualcosa. Lo usava anche Gandhi. Io sostengo che la Tav vada sabotata». E questo sarebbe un “martire” della libertà d’espressione? Giudicate voi…

Petardi e bombe carta

Vale la pena ricordare che nel periodo in cui Erri De Luca pronunciò la frase incriminata, in Val di Susa erano frequenti le irruzioni notturne al cantiere della Tav da parte di gruppetti di incappucciati armati di forbici per tagliare le reti. O, in altri casi, di petardi o bombe carta che sono stati lanciati più volte contri i macchinari all’interno dell’area di lavoro. Non merita una bella punizione quel personaggio pubblico che incita le teste calde a certe pericolose bravate?

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