Feste musulmane a scuola: il sindaco di New York non vuole solo il Natale
La presenza degli islamici cresce in ogni parte del mondo, in Italia, in Europa e in America. E c’è chi dà il via a una “rivoluzione” anche tra i banchi di scuola. Per gli alunni di New York è una svolta che può essere definita storica. Il sindaco Bill de Blasio ha infatti deciso di introdurre nel calendario scolastico due feste musulmane. La scusa: una mano tesa alla comunità islamica della Grande Mela in un periodo non facile, in cui l’allarme terrorismo rischia di generare sempre più diffidenza verso una parte crescente della popolazione.
Feste musulmane, la promessa di de Blasio
In realtà, però, de Blasio lo aveva promesso già nella campagna elettorale che lo ha portato all’elezione: le più importanti feste musulmane saranno riconosciute nei calendari scolastici così come avviene per quelle cristiane ed ebraiche. Così dal prossimo anno oltre alle vacanze di Natale, di Pasqua o dello Yom Kippur, gli studenti newyorkesi resteranno a casa anche per la Festa del sacrificio (Id al-adha) e per la Festa dell’interruzione del digiuno (Id al-fitr) alla fine del periodo di Ramadan. «È solo un fatto di eguaglianza», ha commentato de Blasio annunciando la novità in una scuola della sua Brooklyn, una delle più frequentate a New York da alunni di religione musulmana. «Quella musulmana è una comunità in crescita nella nostra città e nelle nostre scuole, e dobbiamo riconoscere questo con i fatti», ha aggiunto il sindaco.
I numeri della presenza musulmana a New York
Da uno studio del 2008 della Columbia University emerge come circa il 10% degli scolari nelle scuole pubbliche della Grande Mela sono di religione musulmana. E circa il 95% di tutti i bambini musulmani di New York frequenta proprio la scuola pubblica. In tutto i musulmani che vivono nella più grande città d’America sono tra 600mila e un milione. Per anni i leader di questa comunità avevano chiesto di riconoscere le principali feste dell’Islam nel calendario scolastico. Ma il tre volte sindaco Michael Bloomberg si era sempre rifiutato di accogliere tali istanze, affermando – ricorda il New York Times – che «i bambini hanno bisogno di stare di più a scuola, non di meno». Una posizione che de Blasio ha totalmente ribaltato.