Fitto non molla: «Resto in Forza Italia, combatterò dall’interno»
«Io non esco dal mio partito, non ce ne sono le ragioni». Lo ha detto Raffaele Fitto a Vibo Valentia a margine di un incontro organizzato dai “ricostruttori”. «Il paragone con Gianfranco Fini – ha aggiunto – è diverso dall’attuale situazione perché in passato lo scontro ha portato alla fuoriuscita dal partito ed alla caduta del governo eletto dai cittadini di centrodestra. Io rivendico solamente la chiarezza della nostra posizione». L’europarlamentare pugliese ha poi ribadito: «In occasione delle elezioni regionali dobbiamo presentarci agli elettori uniti e compatti».
Jole Santelli diserta la kermesse di Fitto
«Considero gli atti di questi giorni all’interno del partito, quindi epurazioni, destituzioni e commissariamenti, errori evidenti e chiari», ha detto ancora Fitto rispondendo ai giornalisti sul commissariamento di Forza Italia in Puglia. «La mia battaglia – ha aggiunto – è dentro Forza Italia e voglio darvi il mio contributo insieme a tanti amici che si riconoscono nelle posizioni che porto avanti. Se non dovessero esserci le condizioni per condurla allora cercheremo di difenderci». «Venendo qui in Calabria ho invitato tutti, così come ho fatto in altri posti d’Italia. Quindi noi non siamo contro nessuno e la scelta di chiamarci “ricostruttori” è proprio per dare un segnale propositivo e non distruttivo». «Noi – ha aggiunto – non dobbiamo rottamare nessuno, siamo consapevoli della nostra storia e dei grandi meriti che Berlusconi ha avuto nel mettere in campo il centrodestra in questo Paese. E siamo anche convinti di essere, oggi, di fronte ad una scelta: chiuderci in un bunker e far finta di nulla, oppure aprire una prospettiva politica nella quale, con regole precise, ci si confronta e chi è più bravo va avanti. Prendo atto di chi oggi non è venuto qui, come l’onorevole Jole Santelli (coordinatrice di Forza Italia in Calabria, ndr). Non ho una polemica da fare nei confronti di alcun coordinatore regionale, ma la faccio nei confronti di tutti». «La mia – ha proseguito l’ex governatore della Puglia – è una battaglia di sistema perché penso che dobbiamo eleggere i rappresentanti del nostro partito dai livelli più bassi a quelli più alti. Solo così ci potremo dotare di un gruppo dirigente che si assume le proprie responsabilità e decidere e avere una legittimazione nelle scelte. Non andare in tal senso vuol dire non dare futuro al partito e questo sarebbe un grosso errore».