Francia, così Sarkozy fu “finanziato” da Gheddafi per le presidenziali
Quelle strane relazioni tra la Libia e la Francia. Fermo giudiziario per Claude Guéant, uno dei più stretti collaboratori dell’ex presidente Nicolas Sarkozy e uomo di peso del precedente governo neogollista. A meno di tre settimane dalle elezioni provinciali del 22 e del 29 marzo, l’ex ministro dell’Interno dell’Ump, è stato fermato nel quadro delle indagini sui presunti finanziamenti dell’ex leader libico Muhammar Gheddafi alla campagna presidenziale che portò Sarkozy all’Eliseo. In particolare, gli inquirenti stanno interrogando Guéant sulla somma di oltre 500.000 euro versata, nel marzo del 2008, sul suo conto corrente bancario e proveniente dall’estero.
Sarkozy e il quadro fiammingo
Lo stretto consigliere di Sarkozy ha sempre giustificato quella somma evocando la vendita ad un avvocato malese di due quadri del pittore fiammingo del XVII/o secolo, Andries van Eertvelt. «Non c’entrano niente con la Libia», ha assicurato in passato l’ex ministro. Ma gli inquirenti si chiedono se quell’avvocato non sia servito solo da copertura e se la vendita delle opere d’arte non nasconda in realtà transazioni sospette, visto che i 500.000 euro non corrisponderebbero, secondo esperti del mercato dell’arte, all’effettiva quotazione delle opere. Tanto più che lo stesso Guéant ha parlato di quadri di piccole dimensioni il cui valore non supererebbe i 15.000 euro. Inoltre, per effettuare la vendita all’estero, l’esponente della destra avrebbe dovuto richiedere un certificato del ministero della Cultura, cosa che non ha mai fatto, il che costituisce un frode.
Fermato Guéant per la terza volta
Le accuse sul presunto finanziamento libico alla campagna presidenziale del 2007 di Nicolas Sarkozy furono lanciate tra i due turni elettorali della successiva corsa all’Eliseo, nel 2012, quando Mediapart.fr pubblicò un documento in cui si evocava un presunto accordo di Tripoli per finanziare il candidato della destra Ump. La difesa ha sempre sostenuto che quel documento è falso. È la terza volta che l’ex ministro dell’Interno, che all’epoca controllava tutte le polizie di Francia, viene posto in stato di fermo, nell’ambito di diversi dossier giudiziari, ma comunque sempre legati alla sua attività politica. Intanto, nella Francia in cui è cominciata la campagna elettorale per il voto provinciale di fine marzo, gli ultimi sondaggi indicano il Front National di Marine Le Pen al primo posto, con il 29% delle preferenze. La destra neogollista Ump si piazza al secondo posto con il 25% dei voti. Molto indietro, la maggioranza socialista, al 21%. Proprio oggi, il barometro mensile dell’istituto CSA indica che dopo la schiarita che ha seguito gli attentati jihadisti di inizio gennaio a Parigi, la popolarità del presidente, Francois Hollande è tornata a scendere di quattro punti, attestandosi ad appena il 25% dei consensi.