Germanwings, Lubitz “a rischio suicidio”. Ora si pensa ai risarcimenti
Ancora ricostruzioni, testimonianze, documenti sulla strage del volo Germanwings. Secondo la procura di Düsseldorf, Andreas Lubitz, il copilota schiantatosi sulle Alpi francesi, prima di iniziare la carriera professionale di pilota era stato classificato come ”a rischio suicidio” ed era per questo in terapia. Il trattamento psicoterapeutico era stato comunque concluso prima dell’inizio del percorso che lo ha portato alla licenza di volo professionale, ha precisato ancora il portavoce parlando durante un incontro con la stampa convocatonella città tedesca.
Un video su Lubitz
Nelle ultime ore è spuntato sul web un video di circa trenta secondi (diffuso dall’emittente Itv) che ritrae un giovane Lubitz acerbo pilota su un ultraleggero al decollo, il fermo immagine ritrarre il pilota del volo 4U9525, ai tempi della scuola di volo, molto probabilmente prima del 2008.
Risarcimenti danni
Suona come un cinico paradosso, eppure proprio la presenza di molte giovani vite a bordo dell’aereo copilotato da Lubitz alleggerisce il conto dei risarcimenti danni cui va incontro Lufthansa. Il motivo giuridico è che il diritto tedesco non riconosce i danni morali. A spiegarlo è un esperto della materia, Elmar Giemulla, legale di diritto dell’aviazione. «Sarà la compagnia di volo a risponderne, in base alla convenzione di Montreal, e un regolamento dell’Ue in materia». Inoltre Lufthansa, compagnia madre della low cost in cui si è verificato il disastro, «è assicurata, e dunque non viene toccata direttamente dalla questione finanziaria». In pratica nel disastro aereo di Germanwings, in cui sono morti tanti ragazzi, non ci saranno risarcimenti monetari ai genitori, al di là dell’ammontare iniziale, che copre le spese.
Il diritto tedesco
Esistono delle spese preliminari, che oltre ai costi per la sepoltura, per i funerali, per il viaggio sul luogo del disastro provocato dalla follia di Lubitz, e per le spese contingenti dovute all’accaduto, la compagnia è tenuta a pagare immediatamente. «Il regolamento europeo dispone una cifra di 20 mila euro per ogni vittima, e Lufthansa ne ha già offerti volontariamente 50 mila. Questo va bene – aggiunge l’esperto – per il resto, secondo il diritto tedesco, che è quello che si seguirà in questo caso vengono riconosciuti soltanto i danni materiali. Per cui se la vittima dell’incidente aereo è, ad esempio, un genitore, che manteneva i suoi figli, questi ultimi avranno diritto ai danni. Nel caso di un ragazzo che non percepiva reddito, non è previsto altro. Ad ogni modo, secondo Giemulla, Lufthansa non è esposta a risarcimenti che superino «una cifra milionaria a due numeri». E se affronterà danni morali, cosa che si usa sempre di più anche in Germania sulla scia dell’esempio americano, «lo farà su base volontaria, e dunque in misura sostenibile»