I minori crescono a pane tablet: il Censis denuncia usi e abusi di tv e pc

17 Mar 2015 13:04 - di Priscilla Del Ninno

Il Censis su “Minori e media”: se li chiamano nativi digitali un motivo c’è, purtroppo. Anzi, più d’uno: e tra i tanti, alcuni li enuclea, esortando a destituirili di fondamento, un rapporto sull’argomento stilato dal Censis per il Corecom Lazio, presentato in Regione. La ricerca è basata su una indagine rivolta a un campione rappresentativo delle famiglie residenti nel Lazio con figli fino a 13 anni, per verificare la reale efficacia delle politiche di tutela per i minori rispetto ai diversi media.

Minori e media: l’indagine del Censis

Secondo l’indagine, allora, il  70% dei bambini di 7 anni accende da solo la tv, e a 10 anni è oltre l’80% a restare da solo davanti allo schermo. Di più: sempre secondo il report, il 26% dei bambini di 7 anni accede da solo anche a internet, e la percentuale sale al 51% tra quelli di 10 anni. Meno del 25% dei genitori fa uso del parental control, sia di quello per la televisione in chiaro, sia di quello attivo sulla televisione on demand, per oscurare i contenuti «gravemente nocivi». Non solo: addirittura ben il 42% si dice non interessato a esercitare questo tipo di controllo. E le cose non migliorano addentrandosi nei dettagli del report sulla relazione pericolosa che lega infanzia e media. Secondo l’indagine, infatti, l’82% dei bambini del Lazio compresi nella fascia d’età tra i 7 e i 10 anni guarda la televisione tutti i giorni; nello specifico, poi, si limita a un paio d’ore, massimo tre, il 46% dei bambini di 7 anni e il 44% dei ragazzi di 10 anni. Non solo, anche la televisione via internet in streaming guadagna posizioni tra i piccoli dal momento che il 25% dei piccoli tespettatori dedica fino a 3 ore al giorno a queste nuove forme di fruizione della tv.

L’infanzia tra Tablet e cellulari

Anche il telefono cellulare, «spesso regalato dai genitori nella speranza di controllare i figli», è diffuso già tra i bambini delle prime classi delle elementari. Usa lo smartphone per un’ora al giorno il 22% dei bambini di 7 anni e un altro 23% per 2-4 ore. A 10 anni le percentuali sono ancora più alte. Solo il 24% dei bambini di 7 anni usa internet a fini scolastici. Mentre i social network risultano ancora poco frequentati a questa età. La fotografia sociale scattata dal Censis denuncia anche un «boom di tablet» con «diffusissimi i videogiochi». Oltre il 50% dei bambini di 6-7 anni ha tra le mani un tablet e lo utilizza per 1-2 ore al giorno, con punte fino a 3-4 ore. A 10 anni, poi, i ragazzi che usano abitualmente il tablet arrivano a superare il 60%. E forse importa meno specificare le differenze percentuali tra chi può essere definito giocatore assiduo e chi no, chi utilizza i videogiochi offline (come la playstation) o altro: quel che conta è che le vecchie sane abitudini che regolavano fino a qualche tempo fa aree ludiche e forme di intrattenimento, sembrano ormai pericolosamente superate a destra da boom tecnologico e consumismo mediatico.

Il ruolo dei genitori

Così come forse, incide poco, almeno su quelle che sembrano essere le tendenze enucleate dall’indagine del Censis, il fatto che i genitori possano dirsi «molto preoccupati» nel rapporto tra i propri figli e i media. Grava di più, semmai, la constatazione di quanto possano essere «disattenti»: un altro importante discrimine che emerge dall’indagine condotta dall’isituto di ricerca per il Corecom Lazio, con buona pace di fasce protette e parental control. Perché i bambini guardano la tv a tutte le ore, soli o in compagnia; così come sguazzano in Rete o alla consolle senza la maturità necessaria per fruire dei contenuti e arginare – almeno in parte – la pericolosità dei messaggi o il rischio di alienazione e assuefazione. Ma questo aprirebbe un altro, sconfinato, file…

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