I quotidiani del 12 marzo, visti da destra. Dieci titoli da non perdere
Sui giornale di oggi campeggiano i titoli sul day after dell’assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby, con gli annunci del ritorno in campo del Cavaliere e gli scenari, movimentati, all’interno di Forza Italia. Altro tema forte, a destra, lo strappo di Tosi con Salvini, spazio anche a adozioni per single, gay e mostre sul fascismo.
1- Berlusconi: sono di nuovo in campo (La Stampa, p.2)
In un lungo reportage del quotidiano torinese, si racconta la festa di Berlusconi e dei suoi fans dopo l’assoluzione per il processo Ruby, a via del Plebiscito, alle cinque del pomeriggio. quando avviene l’adunata di parlamentari e fans: «Non caccio nessuno, unità, unità», fa sapere Silvio. E Verdini: «Pensavate che non venissi, invece eccomi qua». Berlusconi, giacca e maglioncino blu, va a salutare i ragazzi che sono venuti a festeggiarlo fuori al cancello della sua abitazione romana e si commuove. «Spero che gli italiani capiscano quello che mi hanno fatto: archiviata questa pagina, sono di nuovo in campo».
2 – Il caso Ruby ci è costato mezzo milione (Il Tempo, p.3)
Quanto è costata l’inchiesta Ruby alle casse dello Stato? Una domanda da un milione di dollari a cui Il Tempo prova a dare una risposta, stimando, sulla base dei costi di pm, funzionari, intercettazioni, polizia giudiziaria e costi fissi dela giustizia, una cifra intorno ai 600mila euro. Libero, invece, con una stima che tiene conto delle conseguenze economiche dovute alla “persecuzione” di Berlusconi per un processo rivelatosi sbagliato, tra Pil in calo, dispccupazione e spread, arriva a valutare un danno per l’Italia di 500 miliardi di euro. Miliardi, sì, avete letto bene.
3 – Ma resta il caos in Forza Italia. Verdini: riapriamo il tavolo con Renzi (Il Messaggero, p.2)
“Per ora i forzisti ribelli, fittiani e verdiniani si consolano ripetendo le parole rassicuranti di Berlusc0ni, che, commosso per l’assoluzione, ripete: non caccio nessuno”. Il disagio all’interno del partito, scrive però Claudia Terracina sul Messaggero, resta immutato. I più attivi sono i verdiniani, che spingono per una ripresa del dialogo con Renzi.
4 – Intervista a Laura Ravetto: «Una parte di FI voterà le riforme al Senato, Silvio torni moderato» (Repubblica, p.3)
«Finalmente Berlusconi è libero, soprattutto di riprendersi il suo ruolo naturale di leader del centrodestra moderato e riformista», dice Laura Ravetto, deputata di Forza Italia, in un’intervista a Repubblica. «Al Senato molto voteranno la riforma costituzionale ma ora Forza Italia deve riprendere centralità e con Berlusconi in campo ce la possiamo fare. Brunetta? Il tema non è la persona ma il gruppo…».
5 – Il bacino di FI prosciugato dai partiti e dai due Matteo: l’analisi di Roberto D’Alimonte (Il Sole24Ore, p.8)
«Qualunque sorpresa ci sia ancora nel cilindro del Cavaliere la sua parabola politica non si invertirà. Lentamente ma inesorabilmente si sta chiudendo il suo ciclo. Il Berlusconi di oggi resta un Cavaliere dimezzato anche dopo la riconquista della libertà d’azione. Gli errori politici accumulati dal 2008, le vicende giudiziarie passate e quelle ancora in corso, l’età, la legge Severino, ne hanno indebolito irrimediabilmente la capacità di leadership. Ma quel che pesa di più è il fatto che lo spazio politico è cambiato, l’anti-europeismo e il renzismo, insieme al fenomeno Grillo, ne hanno ridisegnato la dimensione. In questo contesto lo spazio per Berlusconi si è drasticamente ridotto», scrive il politologo Roberto D’Alimonte sul Sole24Ore.
6 – Tosi schiera le truppe: contro il “dittatore” soldi, uomini e sedi (Il Fatto Quotidiano, p.6)
Il Fatto dedica una pagina alle armi di Flavio Tosi nella disfida del Veneto contro l’asse Zaia-Salvini, dopo la sua espulsione dalla Lega nord. Intorno al sindaco di Verona si muoverebbero forze imprenditoriali pronte a sostenerne un’eventuale candidatura, mentre i sondaggi darebbero Tosi già sopra il 12%. Impossiile al momento conoscere il numero degli iscritti della Fondazione di Tosi, ma la macchina da guerra dei frondisti veneti sarebbe pronta a partire.
7 – Adozioni single, Gasparri: «Così si è evitato un precedente che apriva la strada ai gay» (Corriere della sera, p.23)
«Era evidente che quell’emendamento del Pd era un modo per aggirare il problema delle adozioni gay. Una volta che approveremo la legge sulle unioni civili, e l’approveremo anche se con diritti limitati per i gay, si sarebbe posto il problema delle adozioni per le coppie omosessuali: estendere con questa legge la possibilità di adozione per le coppie omossessuali sarebbe stato un precedete pericoloso». Così Maurizio Gasparri, Forza Italia, commenta la btattaglia che ieri al Senato ha portato al ritiro dell’emendamento da parte del Pd sulle adozioni per i single.
8 – Gay fuori dal coro. Dolce e Gabbana: «Siamo per la famiglia tradizionale» (Libero, p.10)
In un lunga intervisra rilasciata a Panorama e ripresa da Libero, la coppia gay di stilisti Dolce e Gabbana, in passato per lunghi anni anche coppia di fatto, declina le parole chiave della tradizione, dalla famiglia alla maternità, dal valore del padre a quello della madre naturale. «Non abbiamo inventato mica noi la famiglia, l’ha resa icona la Sacra Famiglia ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. Per questo non ci convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare loro chi è la madre».
9 – Gli “asili gender” fanno retromarcia: annullati i giochi dei bambini travestiti (Il Giornale, p.22)
Mezza retromarcia sul controverso caso dei giochi “gender” negli asili di Trieste. Il sindaco del capoluogo giuliano, ci informa Il Giornale, Roberto Cosolini, di centrosinistra, difende a spada tratta il progetto del “gioco del rispetto”tra bambini, con toccatine e contatti fisici di riconoscimento sessuale. Ma in un primo asilo, “I Cuccioli”, arriva la decisione della direttrice scolastica di sospendere il progetto pseudoeducativo, con sospiri di sollievo di tanti genitori.
10 – All’Ara Pacis un viaggio nell’Eur: esposizione sui simboli della monumentalità fascista (Il Messaggero, p.27)
Si apre oggi all’Ara Pacis (fino al 14 giugno) una mostra dedicata al quartiere capitolino dell’Eur, nato come simbolo della monumentalità fascista e diventato espressione del miracolo economico degli anni ’60. La mostra, scrive il Messaggero, vuole indagare su tutte le fasi della progettazione, prevista per consacarare i successi del fascismo nel 1942, poi bloccata dalla guerra e rinvigorita nel 1951. A centro dell’esposizione, il più autorevole architetto del fascismo, Marcello Piacentini.