I quotidiani del 31 marzo visti da destra. Dieci articoli da non perdere

31 Mar 2015 9:40 - di Renato Berio

Sulle prime pagine dei quotidiani oggi, 31 marzo, sono i guai del Pd a dominare sia per il caso dell’arresto del sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino sia per lo strappo della minoranza dem che non voterà la legge elettorale. In particolare i titoli di apertura sottolineano il coinvolgimento nell’inchiesta del pm Woodcock sulla coop Cpl Concordia dell’ex premier Massimo D’Alema che si dichiara estraneo e minaccia querele per le intercettazioni “non attinenti” diffuse. Per quanto riguarda la politica estera i giornali danno conto del gran ritorno di Sarkozy e della campagna elettorale in Gran Bretagna.

1) L’ira di Massimo: nessuna opacità. I vini? Aiuto mia moglie a venderli (il Messaggero, p.5)

Mario Ajello riferisce dell’ira di Massimo D’Alema perché il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia. “Il nome di Woodcock è una garanzia – avrebbe detto D’Alema ai suoi – non si ricorda un solo cittadino che sia stato condannato per i suoi procedimenti”. Quanto ai vini venduti alla Cpl Concordia si tratta di “soldi leciti e certificati in bilancio”. E l’acquisto di libri? “Un’attività editoriale legittima”.

2) Arrestato il vino di D’Alema. Nuova impresa del pm Woodcock: azzoppato l’oppositore di Renzi (Il Giornale, p.1)

Salvatore Tramontano firma un editoriale in cui viene criticata la nuova “giustiziopoli”: “I malpensanti diranno che chi attraversa la strada di Renzi si ritrova con la faccia nel fango”. Poi sottolinea però che non c’è inchiesta che negli ultimi tempi non veda protagoniste le coop rosse, diventate “una fabbrica di appalti sospetti”.

3) Storace: con la Meloni per un grande partito di destra (Il Giornale, p. 7)

Francesco Storace intervistato da Fabrizio De Feo annuncia che condurrà la campagna per le regionali al fianco di FdI in vista di un’auspicabile riunificazione della destra. Secondo Storace Giorgia Meloni “si è ormai affermata come leader. Da lei può partire un progetto affascinante per il futuro. Continuare a puntare su figure da 30 anni in Parlamento non ha più senso”.

4) Il renzismo si è fermato a Eboli (Corriere della sera, p. 1)

Nel suo commento-editoriale Antonio Polito rileva che nel Mezzogiorno nel Pd resiste un ceto politico che non è stato minimamente toccato dalla “rottamazione” renziana: il Sud, dove Renzi è quasi uno sconosciuto e dove del resto il premier non si fa quasi mai vedere, resta un punto interrogativo del nuovo partito, né è un caso che nel govenro non ci sia neanche un ministro meridionale mentre tutti gli aspiranti governatori del Pd (Crocetta, Oliverio, De Luca) appartengono alla vecchia guardia.

5) Berlusconi prova Marchini come candidato anti-Renzi (Libero, p. 12)

Forza Italia, racconta Enrico Paoli, vorrebbe puntare a Roma su Alfio Marchini, che ha un certo credito presso l’elettorato moderato ma Fratelli d’Italia non è d’accordo: Marchini – dice Fabio Rampelli – ha partecipato alle primarie del Pd, si faccia sostenere dal Pd.

6) Quattro giorni all’anno fermi nel traffico. Il record di Roma: tra le peggiori al mondo (la Repubblica, p.1)

I romani secondo il report mondiale di Tom Tom lo scorso anno hanno trascorso 93 ore col piede sul freno “in attesa di trovare una via di fuga”. Un triste primato capitolino, secondo i dati riportati da Caterina Pasolini. A Milano non va molto meglio: i residenti “hanno perso, incastrati sul sedile dell’auto, ben 87 ore”.

7) Ecco chi va e chi resta in Forza Italia (Il Tempo, p.7)

Le indiscrezioni sui criteri per la formazione delle liste alle regionali hanno scatenato panico e nervosismo in Forza Italia. Parte da qui Carlantonio Solimene per spiegare che, se davvero nel 2018 si decidesse di pensionare i parlamentari che hanno raggiunto i 65 anni e tre legislature, ben 78 di loro non rimetterebbero piede in Parlamento. E tra questi vi sarebbero alcuni big come Brunetta, Romani, Gasparri e Matteoli ma anche le pasionarie Carfagna, Biancofiore, Gelmini e Prestigiacomo.

8) Dall’astensionismo alla Le Pen: la sinistra ha tradito Hollande (La Stampa, p. 13)

Interessante analisi delle migrazioni elettorali alle amministrative francesi: quasi nessun voto perso dai socialisti è andato all’Ump. Gli elettori di sinistra o si sono astenuti o hanno votato Front National. Il fattore crisi ha giocato un ruolo determinante: Hollande è troppo in sintonia con Bruxelles mentre Marine Le Pen non vuole sottostare agli obblighi che giungono dall’Ue. Questo spiega perché nelle roccaforti storiche della sinistra il 50% degli operai ha dichiarato di avere votato Fn.

9) Quel che serve a Sarkozy per convincere i francesi che è tornato per restare (Il Foglio, p.1)

Un editoriale di Lanfranco Pace spiega che ora Sarkozy dovrà puntare su un obiettivo fondamentale: ha lasciato il ricordo di un leader inconcludente, velleitario in Europa e disastroso in Africa. Dovrà quindi “convincere una parte di coloro che nel 2012 gridavano ‘tutti tranne Sarkozy’ che in questo clima persistente di generale inadeguatezza, tra la sinistra fallita e la destra dell’avventura, sia proprio lui il male minore”.

10) Mamme, papà, figli, nonni. Viva la famiglia non ogm (Avvenire, p.3)

Giacomo Poretti ricorda che papa Francesco, nel suo stile semplice e colloquiale, ha dedicato alla famiglia gli ultimi incontri del mercoledì riflettendo sul fatto che nessun figlio può venire al mondo senza una mamma, neppure il figlio di Dio. Il Papa ci ricorda che le mamme “sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico”.

 

 

 

 

 

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