I quotidiani del 9 marzo visti da destra. Dieci titoli da non perdere

9 Mar 2015 9:44 - di Viola Longo

Diversi gli argomenti che occupano le prime pagine dei quotidiani di oggi, lunedì 9 marzo. Si va dal contenzioso tra la Grecia e Bruxelles (Il Messaggero e Corriere della Sera), alla riforma della Rai (La Repubblica), da Silvio Berlusconi che conferma la rottura del Patto del Nazareno (La Stampa), fino alle conseguenze della crisi interna alla Lega sul voto in Veneto (il Giornale).

1) Trani, agenzie di rating. Un processo e domande scomode (Corriere della Sera, p. 1)

Sergio Rizzo firma un editoriale sul processo aperto a Trani contro le agenzie di rating, accusate di aver manipolato il mercato con i declassamenti del nostro debito pubblico nel 2010 e nel 2011. «Il governo non si è costituito parte civile, sollevando pesanti pesanti critiche della destra», scrive Rizzo, sottolineando che  le critiche invece «non sono proprio campat in aria».

2) Il piano di Renzi: aprire ai bersaniani tutelando la ditta (la Repubblica, p. 13)

“Il Punto” di Stefano Folli è dedicato a come «il voto contrario annunciato per domani da Berlusconi sulla riforma del Senato cambia lo scenario politico». «Tutto bene per Renzi?», chiede Folli, rispondendo che no, non va affatto bene, perché il premier si ritrova con un problema non di numeri («esigui, ma sufficienti»), ma «politico»: Renzi si troverà a dover «disinnescare le piccole e grandi mine di cui la minoranza del Pd costella il cammino del governo e il percorso delle riforme».

3) I forzisti si spaccano sulla linea del no. «In molti non voteremo con la Lega» (la Repubblica, p. 4)

Un retroscena di Carmelo Lopapa sul fatto che «una parte del gruppo forzista pensa a una assenza tattica al momento del voto» sulle riforme. «Quando domani alla Camera sarà messa ai voti la modifica di una quarantina di articoli della Costituzione, molti dei settanta deputati berlusconiani minacciano di dare forfait. Altri – scrive Lopapa – potrebbero astenersi. Sono tutti coloro che rifiutano di appiattirsi sulla Lega e di mandare alle ortiche il lavoro di questo anno di Patto del Nazareno».

4) Il disegno di Tosi & co.: fare un blitz elettorale per dare il Veneto al Pd (Il Giornale, p. 4)

In un retroscena di Paolo Bracalini, inviato a Venezia, svela «un timore che circola nel Carroccio»: «Tosi finirà per appoggiare la piddina Moretti, e far perdere il Veneto alla Lega». Dunque, quella delle diplomazie interne, che ancora cercano di ricucire, «provando il tutto per tutto», sarebbe una operazione che «ha poche chance di successo».

5) Lady Tosi e le due fedeltà: «Nonostante la fatwa provo ancora a ricucire» (La Stampa, p. 5)

Intervista a Patrizia Bisinella, senatrice della Lega e compagna di Flavio Tosi. «Non vogliamo né uscire né strappare», dice la senatrice leghista, spiegando che «io sto portando avanti la mia opera di mediazione e spero ci siano ancora i margini per ricucire». Ma «tutto sta in quello che deciderà di fare il governatore Zaia. Il nodo – per Businella – è lui».

6) Gli ex An si litigano 200 milioni. Accuse e veleni, tutti contro tutti in vista dell’assemblea della Fondazione (Il Tempo, p. 1)

Il Tempo continua a cavalcare il tema dei presunti «veleni» tra gli ex An. Alla questione sono dedicati il titolo di apertura del giornale e un lungo articolo in cui si sostiene che il nodo principale da sciogliere è quello del “tesoretto” della Fondazione e non delle visioni politiche che esistono tra le diverse anime rappresentate a via della Scrofa.

7) Sarko-Gheddafi. Una storia forse inconfessabile (La Stampa, p. 1)

Un articolo di spalla di Cesare Marinetti rivela un retroscena inquietante sulla morte di Muammar Gheddafi e, in particolare, sull’accelerazione per l’intervento in Libia voluta dall’allora presidente francese Nicolas Sarkozy. La Stampa riferisce che dalle «inchieste della magistratura» emerge un «interesse personale» di Sarko: «la distruzione delle prove di un suo grande e inconfessabile segreto: aver ricevuto un ricchissimo finanziamento da Gheddafi. Si dice addirittura 50 milioni di euro».

8) Nel silenzio generale il Friuli è diventato un’altra Lampedusa (Il Giornale, p. 6)

Una inchiesta di Ludovica Bulian sullo «sbarco nascosto». La Regione è «al collasso» per una accoglienza che «costerà 13 milioni» e che è valsa a questo territorio il titolo di «Lampedusa del Nord». «Porta d’ingresso in Italia dalla rotta balcanica, il Friuli-Venezia Giulia – si legge nell’articolo – è oggi una regione sotto assedio, in un pressoché totale silenzio mediatico e nonostante l’allerta di un governatore, Debora Serracchiani, che è anche numero due del Pd nazionale».

9) Cacciari: «Io denuncio dei disastri, ma è inutile» (Il Fatto Quotidiano, p. 12)

Il Fatto propone una lunga intervista in cui il filosofo si racconta e racconta la sua visione della politica a tutto campo, dalle primarie che sono «una farsa» ai rapporti con Massimo D’Alema, che non gli è «mai piaciuto», fino al presunto flirt con Veronica Lario. «Pazzia. Non so chi possa essere stato il matto che ha tirato fuori questa chiacchiera», taglia corto Cacciari.

10) Partiti, rebus regionali: ognuno ha la sua fronda (Il Messaggero, p. 6)

Non si salva nessun partito nello scenario regione per regione delineato da Il Messaggero. Nei territori al voto – Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia – si muovono tutti «da separati in casa», scrive Antonio Calitri, spiegando che «i ribelli potrebbero essere determinanti».

 

 

Commenti