I vescovi contro il ritorno del Cav. Meglio chi smantella i valori cristiani?

13 Mar 2015 15:06 - di Giacomo Fabi

Il ritorno del Cav tra appalusi e frenate. Il terreno è tra i più scivolosi. E montarci su una polemica può far rischiare molto in termini di immagine (e di sondaggi). È comprensibile che Forza Italia si stringa attorno al suo leader Silvio Berlusconi, a maggior ragione oggi che i supremi giudici lo hanno assolto da accuse infamanti dando implicitamente ragione a chi in questi anni tormentati ha sostenuto che il processo Ruby neanche doveva cominciare. Tuttavia, è altrettanto legittimo che le gerarchie ecclesiastiche dicano la loro su alcuni aspetti che, inquadrati da un’ottica religiosa, rinviano al peccato, pur escludendo il reato. A ciascuno il suo.

Il ritorno del Cav e il cardinale Bagnasco

Non deve dunque meravigliare più di tanto, quindi, se il cardinale Angelo Bagnasco, che della Conferenza episcopale è il presidente, si presenti piuttosto problematico rispetto all’annunciato ritorno in politica del Cavaliere: «Quello che i singoli decidono – è il suo commento – sono sempre decisioni personali, ma che si calano in contesti sociali, politici, lavorativi con cui bisogna fare i conti. Non bastano le decisioni personali».

Gasparri: «Solo i governi di Berlusconi hanno difeso i valori cristiani»

Un intervento, questo del capo dei vescovi italiani definito «davvero inopportuno» da Manuela Repetti, deputata “azzurra” che insieme al suo compagno di vita Sandro Bondi spinge da tempo per una Forza Italia più laicista. A suo parere, infatti, sbagliano le gerarchie vaticane a «giudicare pubblicamente sotto l’aspetto morale le vicende che sono state oggetto della sentenza di assoluzione». Tanto più – dice sempre la Repetti – che quella di Bagnasco è «una morale purtroppo a intermittenza che si indigna di fronte a fatti privati, ma leciti e che tace di fronte a fatti ignobili, ma soprattutto reati gravissimi che vedono ancora oggi la Chiesa coinvolta». Insomma, un contrattacco in piena regola.  Decisamente più “politico” l’intervento di Maurizio Gasparri che, da «cattolico»,  esorta la Chiesa a meditare sul «perché negli anni in cui Berlusconi era al governo e c’era una maggioranza di centrodestra la famiglia, la vita e valori fondamentali per la Chiesa erano molto più tutelati di oggi con il governo Renzi». Ecco perché – aggiunge – «bisogna guardare alla sostanza dei comportamenti».

 

 

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