Marina militare: l’Andrea Doria torna a Taranto dopo “l’operazione pirati”
Il cacciatorpediniere Andrea Doria della Marina Militare rientra a Taranto, nella stazione navale del Mare Grande, dopo un lungo periodo di attività di contrasto alla pirateria svolta nell’Oceano Indiano. Nave Doria, partita da Taranto lo scorso 22 luglio, ha ricoperto per 192 giorni il ruolo di flagship della missione europea Eunavfor Atalanta, per garantire la sicurezza del traffico marittimo in un’area strategica per gli interessi nazionali.
Pattugliamento nell’Oceano Indiano
«La presenza del cacciatorpediniere – spiega il Comando marittimo sud – nell’Oceano Indiano, al comando dell’ammiraglio Guido Rando, in coordinamento con le altre unità navali, spagnole, tedesche e olandesi non ha consentito alcun attacco ai mercantili in transito». L’equipaggio della nave, comandata del capitano di vascello Angelo Virdis, è composto da 192 militari e integrato dagli specialisti del gruppo operativo subacquei, dai marinai della Brigata Marina San Marco e dal personale del primo e del terzo Gruppo Elicotteri di La Spezia e Catania. L’elicottero EH-101 ha ampliato le operazioni di ricerca e sostenuto nell’arco di sei missioni le attività di assistenza e soccorso sanitario a favore delle navi mercantili in difficoltà.
Oltre 42.000 miglia contro la pirateria
Nave Doria, terminato il suo impegno europeo nella missione di antipirateria il 13 febbraio 2015, ha preso parte all’International Defence Exhibition and Conference (IDEX 2015), ad Abu Dhabi. In 233 giorni di attività, nave Andrea Doria ha percorso 42.852 miglia ed effettuato 4.150 ore di moto. La Marina militare italiana, insomma, continua a dare il proprio contributo nel mondo alle azioni di constasto alla pirateria. Contributo rivelatosi prezioso e all’altezza della situazione, nonostante il costo pagato con la detenzione in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I due marò, infatti, da circa tre anni chiedono inutilmente di essere giudicati in Italia.