Isis, la Lega araba appronta una Forza militare di intervento rapido
La Lega araba, nel suo vertice di questo fine settimana a Sharm El Sheikh, in Egitto, prenderà la decisione di creare una sua forza di intervento rapido per contrastare ribellioni, invasioni e infiltrazioni terroristiche come quella dell’Isis (Stato islamico). Se si esclude quella formata ad hoc nel 1973 per la Guerra contro Israele, si tratta di uno sviluppo storico per l’organizzazione di 22 Paesi di Medio Oriente e Africa spesso semi-paralizzata dalle divisioni politico-confessionali che attraversano trasversalmente il mondo arabo seguendo la faglia tra sunniti e sciiti e quella dell’asse turco-qatariota contrapposta all’alleanza egiziano-saudita La forza militare araba comune, che il vertice della Lega araba varerà domenica, secondo la bozza di conclusioni del summit approvata giovedì dai ministri degli Esteri realizzerà di volta in volta un intervento militare rapido per far fronte alle sfide che minacciano la sicurezza di qualsiasi stato membro. Le sfide che la Forza affronterà su richiesta del Paese in questione, riguardano anche la sua sovranità nazionale e qualsiasi minaccia diretta per la sicurezza nazionale araba, incluse le minacce di formazioni terroristiche. Anche se gli interventi si prevedono rapidi, il varo della al-Kowa al-askareya al-arabia al-moshtaraka richiederà comunque mesi: almeno quattro prima di arrivare ad una riunione ministeriale della Difesa che ne approvi la composizione, da concordare con i militari dei Paesi membri entro un mese.
Isis, ora si pensa di intervenire anche nello Yemen
Come messo in chiaro dal segretario generale dell’organizzazione della Lega araba, Nabil el-Araby, non ci sarà un nesso diretto con la coalizione a guida saudita che sta bombardando i ribelli sciiti Houthi in Yemen. L’Egitto del generale Abdel Fattah Al Sisi, ispiratore dell’iniziativa assieme a Riad, è però arrivato a suggerire ufficialmente di impiegare la Forza comune nella crisi yemenita. Dopo il preannuncio di gennaio che l’iniziativa era allo studio, i bombardamenti egiziani sul califfato dell’Isis a Derna di metà febbraio (quelli scatenati dalla decapitazione dei 21 copti a Sirte) continuano a far ipotizzare in ambienti diplomatici un suo impiego in qualche futuro scenario libico. La patente di panaraba che avrà la Forza d’intervento dovrebbe mitigare, almeno formalmente, le avversioni per operazioni targate Occidente e quindi tacciabili di presunte mire neocolonialiste. Indiscrezioni in circolazione in queste ore prevedono per la forza Kowa una dotazione massima di 40 mila soldat d’élite acquartierati in Egitto o in Arabia Saudita con la disponibilità di aerei da caccia, navi e mezzi blindati leggeri. L’adesione alla Forza, si afferma nelle conclusioni approvate, é comunque volontaria.