Laura Boldrini scrive un libro. E già sembra che meriti il Nobel…
Anche lei ha scritto un libro. Lo fanno in tante e la presidentessa della Camera di provata fede vendoliana non fa eccezione. Laura Boldrini si racconta in un libro per Einaudi dal titolo Lo sguardo lontano (240 pagine, 18 egro) che uscirà nelle librerie il 17 marzo, a due anni dall’elezione. Non è un manifesto programmatico, ci tiene a chiarire lady Montecitorio, ma la narrazione della sua esperienza personale, delle sue passioni e di come intende portare avanti il suo lavoro verso la «buona politica».
La Boldrini e il palazzo
Dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti lo scranno più alto della Camera dei deputati è toccato a lei, la paladina dei diritti dei rifugiati con una irrefrenabile tendenza alle gaffe e ai passi falsi. E forse, insinuano i detrattori, non proprio all’altezza del ruolo istituzionale. Candidata a sorpresa da Nichi Vendola con una telefonata che la raggiunge ad Atene il 18 dicembre 2012, Laura Boldrini viene eletta presidente della Camera il 16 marzo 2013 da un centrosinistra in caduta libera, timonato da Pier Luigi Bersani e ammaccato dall’exploit elettorale di Grillo.
Nostalgia canaglia?
Aneddoti, episodi e tante confessioni, a cominciare dalla soggezione provata ad affacciarsi sull’emiciclo sovrastato dalla grande vetrata del Basile. Più ostacoli del previsto, tanta fatica e molte battaglie ancora da cominciare, a partire dallo snellimento del regolamento parlamentare. «Dobbiamo concentrarci sulla politica, senza lasciare ad altri la responsabilità né abbandonarla nelle mani di chi vuole perseguire il proprio tornaconto. Farne una cosa pulita – dice l’autrice de Lo Sguardo lontano – come è giusto che sia, come è scritto nella Costituzione, come è scritto nella Storia migliore del nostro paese». Nelle righe del libro, però, si respira una certa nostalgia per il lavoro «di prima». La Boldrini confessa che non avrebbe mai immaginato «il livello di odio, di violenza verbale, di avvertimenti mafiosi che sulla rete si sviluppa nei confronti degli inquilini del Palazzo…». E anche contro di lei, che – le sembra una beffa – fino a qualche giorno prima di essere eletta deputata aveva frequentato vicino quel pezzo di società civile emarginata. Non un rigo, va da sé, delle gaffe collezionate in questi due anni dall’ex pulzella del volontariato umanitario.
Proventi in beneficenza
I proventi del libro di Laura Boldrini sarannointeramente destinati a borse di studio promosse in collaborazione con il centro interdipartimentale di Women’s Studies Milly Villa, struttura istituzionale dell’università della Calabria. I temi delle ricerche riguarderanno l’attuazione della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne, con particolare riferimento all’educazione, alla prevenzione e al linguaggio di genere.