L’outing di Grillo: le piazze non funzionano più, dialogheremo con tutti
Forse realmente Beppe Grillo è un po’ «stanchino», tanto per citare il termine utilizzato proprio dal leader movimentista: e un’intervista rilasciata al Corriere della sera lo conferma tra le righe di risposte concilianti e aperture al dialogo parlamentare fin qui strategicamente e veementemente negate a interlocutori interni e di diversi schieramenti politici.
Un inedito Grillo conciliante
Un Grillo a tutto campo che parla con toni quasi dimessi e che si dichiara disposto al confronto dialettico. Di più: che relega sullo sfondo l’immagine di autarchico e dispotico capo fila autore e promotore di espulsioni politiche e crociate internetiche, esorcizzando mediaticamente l’idea fin qui accreditata di lui, in nome del “dottor Jekyll” che ha fin qui dato spazio maggiore all’alter ego polemico e battagliero, quell’anima da dottor Hide palesata alle folle e ai suoi più stretti collaboratori. E così, imprevedibilmente, intervistato in prima pagina dal Corriere, Beppe Grillo apre al confronto su due temi chiave per il M5s come la riforma della Rai e il reddito di cittadinanza. «Siamo pronti al dialogo con tutti, anche con il Pd, sul reddito di cittadinanza e la riforma della Rai, perché – dichiara il numero uno dei pentastellati – «la povertà va affrontata come una malattia, non come un reato». E a proposito delle Regionali ammette: «Le piazze non funzionano più».
Sul reddito di cittadinanza
Dunque, su reddito di cittadinanza e riforma della Rai Beppe Grillo è disposto a trattare perfino con i democrat, a patto naturalmente che ci sia «onestà intellettuale». E tra le battaglie del Movimento Cinque Stelle, annuncia come «assolutamente» possibile instaurare un dialogo con il presidente della Repubblica Mattarella, che descrive addirittura come «un garante della Costituzione molto preparato», benché – come noto – i candidati dei grillini sostenute nelle Quirinarie fossero altri… Retromarcia, mea culpa, revisionismi dell’ultimo minuto? Forse di tutto un po’. Decisamente un cambio di rotta strategica quello sostenuto da Grillo che al Corriere ribadisce come «il reddito di cittadinanza» significhi «vedere il mondo del lavoro in un altro modo», e che nelle intenzioni dei movimentisti pentastellati andrebbe «destinato a chi perde il lavoro, a chi non lo raggiunge». Un sussidio quantificato da Grillo in «780 euro al mese», ma che – spiega ancora l’ex comico genovese nell’intervista – varia a seconda del numero dei componenti familiari» e che fa riferimento a un iter ben preciso. «Chi ne usufruisce – spiega infatti il numero uno dell’M5S – segue un percorso con lo Stato. Gli si offrono due-tre lavori, se non li accetta, perde il reddito». E le coperture? A suo avviso si potrebbero ricavare dalle spese per gli armamenti, dal gioco d’azzardo e da una patrimoniale: ci sono «persone che hanno 2-3 milioni di euro di reddito. Se gli prendi lo 0,5-l’1% a questo scopo non credo siano contrari. Discuteremo anche con la Cei…», chiosa pacifico.
Dalle piazze alla tv?
E mentre sull’avanzata della Lega si limita a dire: «La gente è confusa, andiamo sul palco e diciamo tutti la stessa cosa, ma noi abbiamo sempre fatto le cose che abbiamo detto», per la imminente campagna elettorale fa outing e annuncia un netto cambio di strategia: «Le piazze non funzionano più. Resteremo sotto il palco, staremo a contatto con la gente. Io già faccio gli autogrill, mi sento un attivista come lo ero nel 2005-2006». Infine, sui divieti di andare in tv e sul diktat costato numerose radiazione dalle file movimentiste a molti esponenti grillini della prima ore, Grillo corregge il tiro e vira in ritirsata: sostiene infatti di preferire sempre la Rete, ma riconosce al tempo stesso «che c’è una fetta di elettorato che si informa con i canali tradizionali. Può essere che forse abbia sbagliato io»…