Marò, nuovo rinvio. La Cancelleria indiana rispedisce la pratica in aula
La Cancelleria (Registrar) della Corte Suprema indiana ha concluso a New Delhi le procedure amministrative riguardanti un ricorso presentato dai legali dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in cui si contesta fra l’altro la presenza nelle indagini della polizia investigativa Nia (anti-terrorismo). Dopo aver ascoltato gli avvocati delle varie parti presenti, il giudice della Cancelleria M.K. Hanjura ha chiuso la fase amministrativa e disposto il ritorno del caso in aula. Un nuovo rinvio, dunque, per la sorte dei nostri marò dopo oltre tre anni di Calvario.
Marò, il silenzio della Nia
Dallo scorso settembre la Cancelleria seguiva le procedure amministrative del ricorso italiano dopo che la Corte aveva chiesto il parere su di esso a quattro parti coinvolte: i ministeri di Interni, Esteri e Giustizia e la polizia Nia. Preso atto che solo gli Interni avevano formalizzato la loro posizione, i giudici avevano concesso più tempo alle altre parti. Martedì 10 marzo ultima opportunità per formalizzare le posizioni, davanti al giudice Hanjura si è appreso che il ministero degli Esteri ha sposato la posizione degli Interni, mentre quello della Giustizia si è limitato a comunicare di «avere ricevuto la notifica” senza però produrre nessun documento. La Nia invece, che aveva una lettera da presentare al magistrato, non lo ha fatto e, secondo le notizie dell’agenzia Ansa locale, lo farà solo quando riprenderanno le udienze. A questo punto la discussione è stata chiusa e il giudice Hanjura ha dettato una ordinanza in cui si dispone una nuova calendarizzazione del caso in aula. Secondo fonti legali, questo dovrebbe avvenire fra due o tre settimane.