Morte al reality: è ora di fermare la tv estrema, non solo in Francia

10 Mar 2015 21:02 - di Francesco Severini

La morte irrompe nel reality: un elicottero taglia la strada all’altro, gli apparecchi si toccano, si avvitano e precipitano in un vortice di fuoco. Finisce così Dropped, ennesimo tentativo di simulare una realtà estrema per fare spettacolo. Una sfida al limite, costata la vita a dieci persone: c’era Florence Arthaud, che nella sua vita aveva superato da sola le insidie dell’Oceano. C’era il pugile ‘maledetto’ Alexis Vastine, che inseguiva invano la gloria. E la giovanissima Camille Muffat, campionessa olimpica di nuoto. Tutti morti in Argentina con gli occhi coperti da una benda, che doveva impedire loro di vedere dove li stavano portando per cominciare la sfida.

Il futuro del reality è in discussione

I dirigenti di ALP e di TF1 si sono detti “sconvolti”, la trasmissione è stata ovviamente sospesa ma è tutto il futuro dei reality “estremi” che è da oggi in discussione. Appena due anni fa, la stessa Francia – e la stessa casa di produzione, l’Adventure Line Productions (Alp), coinvolta nella tragedia  – erano state colpite da un altro dramma sul set di Koh-Lanta in Cambogia, quando un concorrente di appena 25 anni, Gérald Babin, morì stroncato da un infarto. Le polemiche e le tensioni portarono al suicidio, appena una settimana dopo di Thierry Costa, il medico ufficiale del programma.

“Norme di sicurezza rispettate”

Intervistato da RTL, il presentatore di Dropped, Louis Bodin, ha assicurato che “tutte le norme di sicurezza sono state rispettate”. “Non sarei partito se non ci fossero state tutte le garanzie”, ha insistito Bodin, distrutto dalla tragedia in cui hanno perso la vita otto francesi e i due piloti argentini. In un lungo articolo pubblicato oggi, LePoint.fr critica l’atteggiamento di alcune emittenti. “Di fronte agli incidenti, le reazioni della tv sono spesso le stesse: alla solidarietà iniziale, segue spesso il balletto degli avvocati per scaricarsi le responsabilità”. Rare sono le trasmissioni a rimettersi completamente in discussione.

Quando la tv supera il limite

Docu e reality sono infatti generi declinati in maniera sempre più ‘hard’, specie nella tv inglese e americana, meno in Italia. Innumerevoli gli esempi recenti. Channel 4 aveva già mandato in onda l’esibizione di Derren Brown, il mago-illusionista-sensitivo che aveva messo in scena una vera e propria roulette russa, puntandosi la pistola alla tempia. La stessa emittente ha fatto discutere nelle scorse settimane anche per la serie Cast Offs, con sei disabili protagonisti su un’isola deserta. In Gran Bretagna c’è stato anche Don’t drop the coffin (‘Non lasciare cadere la bara’), forse il più lugubre di tutti i reality, una specie di Six feet under che raccontava la storia e la vita di una famiglia che gestisce una ditta di onoranze funebri.

Show ai limiti della follia

Negli Usa vanno pazzi per uno show al limite della follia che ha tenuto incollati milioni di telespettatori davanti al piccolo schermo: Fear Factor (Fattore Paura), in cui i concorrenti infilano la testa in una vasca piena di topi, serpi, murene o scorpioni, mangiano vermi e insetti vivi. Sulla tv americana è passato anche il reality Riesci a fare l’attrice porno?, con 28 donne in gara per un contratto di un anno con una casa di distribuzione di film a luci rosse e per un premio da 100 mila dollari. I telespettatori scelgono da casa le finaliste tra quelle più spigliate (e spogliate).

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