Nazisti nascosti nella selva argentina? Ecco l’ultima “pista” degli archeologi…
Altro che I ragazzi venuti dal Brasile: ora si favoleggia di un progetto segreto nel mezzo della selva argentina per dare riparo ai principali gerarchi nazisti in caso di una sconfitta. È l’avvincente quanto fantastica ipotesi di un gruppo di archeologi industriali dell’Università di Buenos Aires, che ha trovato nella provincia di Misiones resti di costruzioni ideate probabilmente per ospitare ufficiali dell’aeronautica di Hitler. Una località a ridosso della frontiera tra il Paraguay e il Brasile, nel Paese che per anni ha accolto nazisti del calibro di Erich Priebke, Josef Mengele e Adolf Eichmann. Le ricerche sono state fatte in un parco chiamato Teyù Cuarè (Grotta della lucertola nella lingua guaranì) da una squadra di esperti che ha trovato sul posto muri con uno spessore di tre metri. «A quanto pare, a metà della seconda guerra mondiale l’aeronautica del nazismo lavorò a questo progetto segreto», ha spiegato il responsabile dei ricercatori, Daniel Schavelzon, sottolineando che tra i posti scelti «c’erano deserti, montagne e, appunto, selve. Tutti, comunque, luoghi inaccessibili come questo, un posto facilmente difendibile, protetto e dove era possibile vivere tranquilli», ha sottolineato Schavelzon al quotidiano Clarin. Sono state trovate anche cinque monete tedesche risalenti agli anni tra il 1938 e il 1941 e i resti di un piatto di porcellana con la scritta Made in Germany prodotta dalla ditta Meissen tra il 1890 e il 1940.
Esponenti della classe dirigente nazista dopo la guerra fuggirono in America Latina
Tra tante ricostruzioni fantasiose e teorie le più disparate, è certo che l’Argentina è stato uno dei Paesi prediletti dai nazisti – ufficiali o semplici soldati – che dopo il crollo del nazionalsocialismo fuggirono dall’Europa. Molti di loro partirono – chissà perché da lì – dal porto di Genova per raggiungere il Brasile o l’Argentina. Nelle librerie di Buenos Aires non mancano d’altro lato studi sull’arrivo di sottomarini nazisti carichi d’oro nelle coste della Patagonia: dove, secondo alcuni autori, sarebbe fuggito lo stesso Hitler, proprio a bordo di un sommergibile. Tra le leggende urbane “nazismo e Argentina” c’è quello di un altro pezzo grosso della Germania hitleriana, Martin Bormann, che sarebbe vissuto a Misiones, proprio all’interno dell’area che oggi è il parco Teyù Cuarè. Ma si tratta di leggende: sia Hitler sia Bormann sono morti in Germania nel 1945 al di là di ogni ragionevole dubbio e di sommergibili carichi d’oro non si è mai trovata alcuna traccia. Difficile anche pensare che la Germania in piena guerra mondiale potesse dedicarsi a progetti costosi e lontani in vista di un futuro quanto mai incerto man mano che passava il tempo. Vero è che invece molti nazisti fuggirono in Sudamerica dopo la guerra, ma si trattò di casi isolati, tanto è vero che quando furono trovati e arrestati non ci fu nessuna grossa e leggendaria organizzazione a proteggerli. Comunque gli studiosi dell’università sono propensi a ritenere che i nazisti alla fine non abbiano mai usato questo rifugio, composto da tre edifici, semplicemente perché al loro arrivo in Argentina si sono resi conto che potevano vivere senza nascondersi.