Nel nome di Paolo Colli un convegno a Montecassino a dieci anni dalla morte
Domenica il ricordo di Paolo Colli
Una storia che viene da lontano
Nata da una costola del Fronte della Gioventù di Roma, Fare Verde è stata vissuta fin dal principio come un modo di essere, una missione, un’attività autonoma vissuta da decine di volontari ben al di là degli esperimenti mordi e fuggi dell’associazionismo cosiddetto “parallelo”, che negli anni ’80 occupava le riflessioni dei giovani di destra. La natura come l’altra faccia del sacro, la sua conservazione vista come un dovere per tutelare un patrimonio unico da tramandare di padre in figlio. Un’avventura nella quale Paolo Colli si tuffò anima e corpo: camicie a quadretti, jeans preistorici, superga taroccate ai piedi, borse di juta, agende in carta riciclata, sacchetti di compost a portata di mano. Bicicletta o scooter quasi mai in giacca e cravatta. Sempre fedele a se stesso anche quando divenne vicedirettore dell‘Arpa del Lazio. Nessuna differenza – dice chi ha avuto l’onore di conoscerlo – tra il quindicenne Paolo Colli fiduciario del Fronte della Gioventù nel rosso liceo “Socrate” della Capitale e il quarantenne vicedirettore dell’Arpa Lazio e presidente di Fare Verde.
La battaglia contro i cotton fioc e gli incendi
Paolo Colli ha vinto la pluriennale lotta contro i cotton fioc che mandavano in tilt i depuratori e inondavano le nostre spiagge: il divieto di produzione e commercializzazione dei bastoncini netta-orecchie in materiale non biodegradabile è diventata legge nel 2002. Paolo Colli si è arrampicato sopra le vette ferite dai piromani per spegnere i fuochi della speculazione e delle mafie locali con decine di campi antincendio nel Lazio, in Campania, in Sicilia. Ha guidato la battaglia per l’energia pulita con presìdi, picchetti, comizi, e con l’esempio ha messo all’angolo il finto ambientalismo di sinistra e i suoi cliché. Mai stanco, a macinare chilometri in macchina in giro per l’Italia. Sempre di corsa non ha trovato neppure il tempo per curarsi, per il trapianto di midollo – diceva- “non c’è fretta”.