Si dimette il presidente del Pd in Sicilia, accusato di “inciucio” con Berlusconi
Il Pd siciliano è sempre più nella bufera in vista delle elezioni amministrative ad Agrigento. Dopo giorni di polemiche Marco Zambuto si è dimesso da presidente del Pd in Sicilia: «Faccio un passo indietro». La decisione è stata presa per la querelle nata dopo la rivelazione di un incontro di Zambuto con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, per scegliere, secondo quanto ha riportato Repubblica, la candidatura di Silvio Alessi alle primarie del centrosinistra ad Agrigento. Come si legge sulle pagine del quotidiano a febbraio Zambuto, in compagnia del deputato azzurro Riccardo Gallo Afflitto aveva incontrato a Palazzo Grazioli il Cavaliere per “pianificare” a tavolino la «contestatissima vittoria di Alessi alle primarie dem di Agrigento».
Zambuto: le primarie erano già state indette
L’incontro c’è stato, ma come ha spiegato lo stesso Zambuto per motivi che non hanno nulla a che vedere con le primarie. Zambuto ha, infatti, puntualizzato che nella data in cui è avvenuto l’incontro «le primarie della coalizione Ag 2020 erano già state indette e al tavolo costituente avevano preso parte tutti i rappresentanti del Pd compreso il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta».
Pd siciliano, Zambuto e la visita a Berlusconi
Zambuto ha spiegato: «Si è solo trattato di un episodio di solidarietà umana nei confronti di un vecchio amico con il quale oggi i percorsi politici sono totalmente diversificati e assolutamente distanti». «Gallo Afflitto – ha raccontato Zambuto – era in difficoltà perché alcuni media avevano rilanciato le dichiarazioni di un pentito secondo il quale il deputato nel 1988 avrebbe concorso a un omicidio di mafia. Mi ha chiesto lui, insomma, di testimoniare davanti a Berlusconi sulla sua onestà. E lo ha chiesto a me proprio perché, da avversario, potevo risultare credibile». Le gravi accuse nei confronti di Gallo Afflitto sono state ritenute dai magistrati prive di fondamento.
Il Pd accetta le dimissioni
«Prendo atto delle dimissioni di Marco Zambuto, che considero un passo dovuto nei confronti del Pd siciliano e dei suoi iscritti, militanti ed elettori», ha Fausto Raciti, segretario regionale del Pd in Sicilia. «Sul caso delle amministrative di Agrigento – ha aggiunto – la scelta di superare le primarie, che rischiavano di diventare un’altra cosa rispetto a ciò che la nostra gente chiede e si aspetta, era l’unica strada percorribile».
Il Pd siciliano e Alessi “scaricato”
Una vicenda che mostra un Pd dilaniato da divisioni interne. Proprio all’indomani della vittoria di Alessi a candidato sindaco di Agrigentio, il partito di Renzi aveva alzato il disco rosso verso il patron della squadra di calcio Akragas e vicino al vicecoordinatore regionale azzurro Riccardo Gallo Afflitto perché «non rappresenta il centrosinistra». Subito dopo la coalizione delle primarie di Agrigento, ignorando il risultato delle urne, aveva dato via libera alla proposta di candidatura del deputato nazionale Angelo Capodicasa a sindaco della città dei Templi. Alla fine è passata dunque la linea del segretario del Pd Fausto Raciti che aveva scaricato Alessi.