Di anno in anno va sempre peggio: nel 2015 nuovo record di aziende chiuse
Aziende chiuse per crisi e per incapacità della politica. Va sempre peggio. Nel 2015 saracinesche abbassate per fallimento e vittime saranno il 4,3% delle piccole e medie imprese del Lazio, una percentuale in “impennata” rispetto al dato del 2014 che preoccupa gli imprenditori. È quanto emerge nella previsione dell’indagine Cna-Cer. In questo contesto, le pmi schiacciate da una forte burocrazia e da un sistema che non permette di farle muovere ritengono (73,6% ) che i fenomeni di corruzione e collusione costituiscono una realtà “normale” all’interno delle pubbliche amministrazioni. È, infatti, totalmente d’accordo con questo il 42,7% delle imprese a cui si aggiunge un ulteriore 30,9% che si dichiara abbastanza d’accordo.
Le aziende chiuse e le norme capestro
A creare un terreno «fertile perché la corruzione e la collusione possano fiorire», per la maggioranza delle piccole e medie imprese del Lazio (il 55,1%) sono «le norme poco chiare e disordinate che regolano l’attività della pubblica amministrazione». Ma quali potrebbero essere le iniziative che se poste in atto potrebbero servire a contrastare efficacemente i fenomeni di corruzione e collusione all’interno delle pubbliche amministrazioni? Innanzitutto, le piccole e medie imprese ritengono che per combattere efficacemente la corruzione e la collusione sia necessario aumentare, rendendoli più efficaci, i controlli. A questi dovrebbero poi seguire pene più severe e certe per coloro che hanno violato le norme.