Il rimpianto di La Russa: «Senza il processo Ruby avremmo un’Italia diversa»
Dice Ignazio La Russa che è «un bel giorno il bel giorno di Berlusconi». Il parlamentare di FdI-An non si è limitato a commentare l’assoluzione definitiva incassata dal Cavaliere nel processo Ruby, ma ha colto l’occasione della sentenza per esortare il centrodestra ad una riflessione, amara e veritiera nel contempo. Eccola: «Senza questo processo sarebbe stata una Italia diversa». Ed è davvero così. La storia della giovane marocchina introdotta ad Arcore come giovane artista imparentata al raìs egiziano Hosni Mubarak quando in realtà era solo una sbandata disposta a tutto, persino a rubare e a prostituirsi pur di raggiungere il lusso e le luci della ribalta, ha condizionato la politica italiana più di tante altre vicende giudiziarie che hanno riguardato il Cavaliere.
La riflessione di La Russa confortata dalla realtà
Fin dal suo irrompere sui media, il Ruby-gate è stato percepito come una minaccia tutt’altro che passeggera. Troppo infamante il capo d’imputazione per poterlo esorcizzare in una battuta. Eppure, era chiaro ed evidente che l’accusa si muoveva su un crinale scivoloso, sul labile confine che separa l’opportunità politica – di cui un eletto rende conto alla pubblica opinione – dai fatti di rilevanza penale, dei quali risponde alla legge. La Procura milanese ha invece voluto portare in tribunale le “cene di Arcore” inchiodandole ad una telefonata, decifrata come concussione, in cui l’allora premier chiedeva ad un funzionario di polizia di affidare la “nipote di Mubarak” alla consigliere regionale Nicole Minetti. I pm la spuntarono in primo grado, ma hanno poi dovuto soccombere in Appello e – quel più conta – in Cassazione.
La vicenda causò la disintegrazione del centrodestra al governo
Nel frattempo però è successo di tutto: le infamanti accuse scaricate su Berlusconi hanno lacerato la maggioranza dell’epoca, incoraggiato Fini a mollare l’alleato di sempre e convinto le cancellerie europee che il Cavaliere fosse ormai definitivamente disarcionato. Lo scambio di pubblici sorrisetti tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel al termine di un vertice franco-tedesco vale come un epitaffio inciso sulla credibilità internazionale dell’ex-premier italiano. Oggi che finalmente la suprema Corte ha restituito alla verità il caso Ruby e l’onore a Berlusconi, in pratica è già successo tutto, soprattutto quel che non doveva succedere. Ha ragione La Russa: senza questo processo, saremmo in un’Italia diversa.