Sfogo di D’Alema: con l’inchiesta non c’entro. Mi difenderò con ogni mezzo
«Una vicenda scandalosa», è questa la difesa che Massimo D’Alema ha affidato a Repubblica “scoprendo” e denunciando l’abuso delle intercettazioni. «È incredibile – si sfoga l’ex presidente del Consiglio – diffondere intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’indagine della Procura di Napoli. Lancio un allarme. Chi non ha ruoli istituzionali e non è indiziato di reato non può essere perseguitato in questo modo al solo scopo di ferirne l’onorabilità».
Lo sfogo di D’Alema
«Difenderò la mia reputazione in ogni sede. Ho già dato mandato agli avvocati», ha aggiunto D’Alema finito nel mirino, senza essere indagato, per lo scandalo che ha portato all’arresto del sindaco democratico di Ischia. «Non c’entra nulla la mia vicenda con quella di Lupi. Non sono ministro, non do appalti, sono un pensionato». Cosa c’entra chi conosco e chi non conosco – lamenta D’Alema – «certamente ho rapporti con Cpl Concordia, per cui tenni anche una conferenza in occasione della sua assemblea annuale, ma è un rapporto del tutto trasparente come con altre cooperative e aziende private. Una cosa è conoscere i dirigenti di un’impresa nazionale, e ne conosco tantissimi, altra cosa è un’indagine che riguarda una vicenda precisa con ipotesi di tangenti».
«Non c’entro nulla»
Che rapporto c’è – si domanda ancora D’Alema – tra i reati di cui si parla e i miei rapporti con le persone?. Dalla Cpl non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l’acquisto in tre anni di duemila bottiglie del vino prodotto dalla mia famiglia come un mega ordine, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Il vino non c’entra con l’inchiesta ed è noto a tutti che la mia famiglia produce un ottimo vino. Abbiamo più domanda che offerta. Il favore è riceverlo – conclude l’ex premier – non è venderlo. Quanto ai libri nessun beneficio personale, ma un’attività editoriale legittima che rientra nel normale e quotidiano lavoro della fondazione Italianieuropei».