Si suicida dopo l’interrogatorio: in un biglietto choc accusa il pm
Si suicida perché sconvolta dall’interrogatorio del Pm. Succede anche questo nella “Repubblica delle procure”. Vera Guidetti, la donna che si è tolta la vita a Bologna dopo aver tentato di uccidere la madre iniettandole insulina, ha lasciato un biglietto in cui fa riferimento al magistrato che lunedì l’ha sentita in questura. Nel biglietto si dice, tra l’altro, che il Pm l’ha trattata “come una criminale” e non le ha creduto. La farmacista è stata sentita come testimone nell’ambito di indagini su un furto di gioielli dal valore di circa 800mila euro, avvenuto il 3 marzo a casa di un’anziana, sempre a Bologna, in via Saragozza. Il furto era stato commesso da due finti tecnici del gas. Dalle indagini sono emersi contatti tra un sospettato, il pregiudicato di origine sinti, Ivan Bonora, 46 anni (per cui sempre lunedì è stato disposto il fermo per il furto) e la donna. Entrambi sono stati convocati in questura, insieme ad altre persone. Guidetti, nel corso dell’audizione, ha ammesso di conoscere Bonora, cliente della farmacia. E ha detto che venerdì lui le aveva dato un quadro e un sacchetto, di cui però non conosceva il contenuto. Ha detto anche di essere preoccupata per la propria incolumità e spaventata dall’idea di finire sui giornali. Si è quindi resa disponibile a farsi accompagnare nel proprio appartamento dalla Polizia per mostrare la merce. Una volta arrivati a casa ha consegnato il sacchetto, pieno di preziosi: tra questi, anche due anelli, in seguito riconosciuti dall’anziana derubata. La farmacista ha aggiunto che in passato Bonora le aveva portato, in conto deposito, diversi altri quadri. Ha detto che Bonora glielo aveva chiesto quando era stato sfrattato e che lei aveva accettato per generosità e affetto nei confronti della famiglia. I quadri, una trentina e in maggioranza arte sacra, sono stati sequestrati e le indagini proseguono per accertarne l’origine.