Tosi, il centrodestra discute: un favore al Pd o un “laboratorio” politico?
Si anima il dibattito politico dopo l’ufficialità della candidatura di Flavio Tosi a governatore del Veneto e la sua “cacciata” dalla Lega Nord di Salvini. Diverse le reazioni. «Continua ancora la corsa folle dei presunti delfini del centrodestra, che invece di aiutare il nostro schieramento fanno oggettivi favori alla sinistra», è il ragionamento del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Per il senatore di Area Popolare, Maurizio Sacconi, le vicissitudini del Carroccio invece fanno del «Veneto il laboratorio per il futuro della politica in Italia».
Gasparri: Tosi aiuta gli avversari
«Le vicende della Lega sono affar loro – argomenta Gasparri – ma nvece di gestire la contesa in casa, come accadde anche a noi, si va a rotture e scissioni. Ora siamo alla rottura con il consueto rituale di grande visibilità sui media della sinistra che gonfiano chi, “rompendo” il fronte, aiuta i nostri avversari. Il centrodestra andando avanti così vanificherà il suo enorme potenziale», prosegue Gasparri analizzando le ricadute negative su una possibile coalizione di centrodestra. Ancora: «Nessuno può dare lezione agli altri, ma chi ha consapevolezza delle cose da fare e degli errori da evitare deve parlare chiaro. Lo faremo con Altero Matteoli e molti altri sabato 21 a Roma, per l’unità ma anche per la operatività di Forza Italia e del centrodestra». E, “in cauda venenum”: «A Tosi una semplice considerazione. Non serve far nomi per ricordare che fine hanno fatto coloro che hanno alimentato rotture e coltivato illusioni. A volte meglio capitalizzare un torto in attesa di rivincita che andare a sbattere contro un muro aiutando solo il nemico».
Sacconi: Veneto laboratorio per la politica
C’è chi la vede in maniera diversa, ponendo l’accento sulle opportunità che la mossa di Tosi metterebbe sul piatto. «La candidatura di Tosi a Presidente della Regione Veneto accelera la possibilità di una coalizione vincente tra liberalpopolari ed autonomisti», afferma il senatore di Area Popolare Maurizio Sacconi, per il quale «tanto Salvini rappresenta infatti l’estrema destra populista eternamente perdente, quanto l’incontro di coloro che vogliono liberare il lavoro e le piccole imprese dall’oppressione fiscale e burocratica per dare al Veneto più opportunità di crescita può sconfiggere una sinistra in cui sono ancora radicate le pulsioni conservatrici». Un’equazione tutta da verificare. Intanto, conclude Sacconi, «il Veneto diventa il laboratorio per il futuro della politica in Italia e nello stesso Veneto l’esito del voto è più che mai aperto tra le tre coalizioni che ragionevolmente si equivalgono in partenza». All’interno di Fi c’è anche chi invita a guardare alla vicenda Tosi-Salvini «in chiave nazionale», come la senatrice Manuela Repetti, soprattutto riguardo «alla democrazia interna dei partiti e al futuro di un centrodestra che non sia sbilanciato a destra e che non voglia ripetere gli errori del passato».