Tunisi, arrestate 4 persone. Ecco tutti gli aggiornamenti sulla mattanza
Tunisi: mentre il tragico bollettino di morti, feriti e dispersi aggiorna di ora in ora i suoi dati, arriva la notizia sul fermo di quattro persone, arrestate in relazione all’attentato al museo del Bardo di Tunisi. Ad annunciarlo direttamente la presidenza tunisina, citata dai media francesi, che contestualmente rilanciano anche l’informazione secondo cui altri cinque sospetti sarebbero al momento sotto interrogatorio della polizia. Via via che le indagini procedono, peraltro, si diffondono altri agghiaccianti dettagli sull’attentato: secondo il ministro degli Interni tunisini Najem Gharsalli, per esempio, i terroristi che mercoledì hanno attaccato il famoso museo tunisino erano «muniti di cinture esplosive» e di armi «molto avanzate»: dunque, «il numero delle vittime dell’attentato avrebbe potuto essere molto più alto». Ecco allora l’elenco degli ultimi aggiornamenti sulla strage.
1) Le vittime: in base a quanto riferito dal ministro della Sanità tunisino, Said Ayadi, sono 23 le persone che hanno perso la vita nell’attentato al museo del Bardo, di cui 18 turisti stranieri e 5 tunisini, tra i quali sono compresi 2 degli attentatori.
2) I feriti: sarebbero 11 gli italiani rimasti feriti nell’attacco terroristico rivendicato dall’Isis. A confermarlo ha provveduto sempre il ministro della Sanità tunisino Said Ayadi, specificando la nazionalità delle vittime dell’attentato. Oltre agli italiani sono rimasti coinvolti 9 tunisini, 11 polacchi, 8 francesi, 5 giapponesi, 1 russo, 1 tedesco e 2 sudafricani. La lista completa è stata pubblicata dall’emittente privata Radio Mosaique.
3)I dispersi: il bilancio sui dispersi italiani conferma al momento il caso di «2 persone irreperibili su cui – ha spiegato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – «purtroppo si nutrono timori seri», anche se «non diamo comunicazioni ufficiali finché non le ritroviamo fisicamente». Poi c’è una «serie di feriti, di cui uno in condizioni particolarmente gravi».
4) I superstiti: «Siamo sconvolti. Vogliamo solo tornare a casa e riabbracciare i nostri cari»: a parlare per conto di tutti è Maria Antonietta Santoro, una delle dipendenti del Comune di Torino coinvolta nell’attentato di Tunisi. Raggiunta al telefono, la donna è sulla Costa Fascinosa diretta verso Palma De Maiorca, da dove i torinesi rientreranno in Italia.
5) Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi: «Siamo in guerra», ha dichiarato a caldo senza ricorrere a perifrasi diplomatiche il presidente tunisino Beji Caid Essebsi durante una riunione del Consiglio superiore delle forze armate convocata dopo l’attentato terroristico. Per «sradicare il terrorismo», ha aggiunto il presidente citato da Le Monde, sono stati mobilitati l’esercito e la polizia.
6) Il Papa: «Informato del grave attentato che ha colpito la città di Tunisi», in un telegramma al vescovo della città il Pontefice «si associa nella preghiera al dolore delle famiglie in lutto, a tutte le persone toccate da questo dramma e anche al popolo tunisino», e «reitera la condanna di ogni atto contro la pace e la sacralità della vita umana».
7) La Costa Crociere: la compagnia, dopo quanto è successo a Tunisi, ha annunciato di aver «deciso di cancellare tutti i prossimi scali di nostre navi in Tunisia. Saranno sostituiti da scali alternativi che sono in via di definizione».
8) Il museo del Bardo: secondo quando riportato da Le Figaro, il ministero della Cultura tunisina ha annunciato che le sale riapriranno al pubblico «al più tardi martedì prossimo, 24 marzo», dunque a meno di una settimana dal sanguinoso attentato che lo ha colpito e che – come rimarcato dal ministro delle finanze tunisino, Slim Shaker, citato dal sito di Radio Mosaique – avrà «ripercussioni negative sull’economia tunisina», e in particolare, secondo le prime stime, il settore del turismo «registrerà per questa stagione perdite per almeno 700 milioni di dollari». Un problema rispetto al quale al momento – ha chiosato Shaker – «è difficile trovare soluzioni».
9) Gli autori dell’attentato. «Su chi sia l’autore dell’attentato non esistono ancora certezze, certamente in Tunisia c’è una presenza di Ansar al Sharia, messa fuorilegge dal parlamento due anni fa», ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. «Ci sono rivendicazioni di più sigle e siti», tuttora senza conferma, ha aggiunto il titolare della Farnesina, che poi ha concluso sul dato che «in Libia c’è l’avvicinamento delle posizioni tra Ansar al Sharia e Isis».
10) Le precauzioni in Italia. Si alza il livello di guardia sul pericolo attentati: anche i nostri porti sono in allerta. Ancora nessuna contromisura speciale, però, all’indomani dei fatti di Tunisi, ma si attendono nei prossimi giorni istruzioni dal Governo.