Acciaio troppo fragile nel reattore Epr francese di Flamanville, paura in Italia
Torna l’incubo di Chernobyl. E in Italia scatta la paura per i malfunzionamenti nelle centrali nucleari francesi, poco aldilà delle Alpi. L’Autorità per la sicurezza Nucleare francese ha annunciato una «anomalia» tecnica nel serbatoio del reattore EPR di Flamanville, in Normandia, nel nord della Francia.
«Anomalie sono state individuate nella composizione dell’acciaio di determinate porzioni del coperchio e del fondo del serbatoio», ha rivelato Guillaume Bouyt, capo della divisione locale dell’authority (ASN), citato dai media francesi. Si tratta di un problema distinto da quello annunciato lo scorso novembre dal gestore EDF sul coperchio del serbatoio della stessa centrale di Flamanville che è una centrale di ultima generazione, ha precisato ASN.
L’anomalia nella copertura del reattore Epr di Flamanville, la cui costruzione è iniziata nel 2007 e dovrebbe terminare nel 2017, è emersa nel corso di una verifica di routine da parte delle due aziende responsabili del cantiere, Edf e Areva. «I controlli – spiega una nota congiunta – mostrano che uno dei parametri non era rispettato in una zona, che presentava una concentrazione di carbonio più elevata della media». Le due aziende hanno quindi disposto una nuova serie di controlli, in accordo con l’Autorità per la sicurezza nucleare e il ministero dell’Ambiente. I risultati, secondo il ministro Segolene Royal citata da Le Figaro, sono attesi per ottobre. Il cantiere di costruzione, nel frattempo, prosegue. Il reattore Epr utilizza una tecnologia nucleare di terza generazione, sviluppata dalla due aziende francesi, che dovrebbe consentire una produzione di energia più efficiente. Attualmente ce ne sono due in costruzione, uno a Flamanville e uno a Olkiluoto, in Finlandia, ma entrambi i cantieri hanno subito ripetuti ritardi e problemi. L’entrata in funzione e la connessione con la rete elettrica del reattore Epr di Flamanville, in particolare, era inizialmente prevista per il 2012, ma è stata rinviata diverse volte.
Alta concentrazione di carbonio nel reattore di Flamanville
La notevole pressione che si sviluppa nelle centrali nucleari richiede normalmente che i fabbricanti dei vari apparati limitino l’eterogeneità dei materiali, eterogeneità che può implicare rischi importanti per i componenti più importanti utilizzati nella sicurezza delle centrali. Per soddisfare questi requisiti tecnici, Areva ha effettuato analisi chimiche e meccaniche su una testata simile a quella utilizzata nella costruzione del reattore di Flamanville.
I risultati di queste prove, alla fine del 2014, hanno rivelato la presenza di una zona in cui vi era una concentrazione elevata di carbonio, portando a valori meccanici inferiori a quelli attesi. E le misurazioni iniziali hanno confermato la presenza di questa anomalia nella testata del reattore EPR di Flamanville.
Ora l’Autorità ha accettato la proposta di Areva di eseguire una nuova campagna più dettagliata di test, a partire da aprile 2015, al fine di identificare con precisione la posizione della zona dove sono stati riscontrati problemi e e le sue proprietà meccaniche, questo per dimostrare la robustezza del reattore EPR di Flamanville.