Charlie Hebdo, è scontro in redazione sui soldi raccolti dopo l’attentato
Conflitto e divisioni tra giornalisti e dirigenti di Charlie Hebdo, tre mesi dopo l’attentato che ha decimato la redazione del settimanale satirico francese. In un intervento pubblicato sul quotidiano Le Monde, quindici dipendenti sono tornati a reclamare uno statuto di “azionisti salariati” secondo una suddivisione equa del pacchetto azionario, rifiutando che “un pugno di individui prenda il controllo” del settimanale. Tra questi, Patrick Pelloux, il vignettista Luz e il giornalista Laurent Léger. Per loro, Charlie Hebdo è “un bene comune”.
Charlie Hebdo, dito puntato contro il “veleno dei milioni”
I 15 puntano il dito contro quello che definiscono il “veleno dei milioni”. Il giornale ha raccolto 30 milioni di euro di donazioni, aiuti e abbonamenti dopo l’attentato. E i dipendenti contestatori temono che il giornale sia ora “diventato una preda succulenta, di fronte alle manipolazioni politiche e/o finanziarie”. Una dichiarazione che mette in discussione, senza nominarli, i dirigenti: il vignettista Riss, il direttore generale Éric Portheault, il caporedattore Gérard Biard e l’avvocato del giornale Richard Malka. Charlie Hebdo appartiene attualmente per il 40% ai familiari dell’ex direttore Charb, ucciso durante l’attacco del 7 gennaio. Un altro 40% è di Riss e il restante 20% di Eric Porheault.
E’ più difficile ora dire:”Siamo tutti Charlie Hebdo”
Al di là del merito della questione e delle rivendicazioni in campo, non fanno certo una bella figura i giornalisti del giornale satirico francese colpito dall’attentato dei fondamentalisti islamici. Finire sulle pagine di Le Monde per una querelle di soldi non è certo dignitoso ed è irriverente nei confronti di chi ha perso la vita. Se è vero che l’emozione e la solidarietà ricevuta dopo il tragico attentato, hanno fatto salire le quotazioni del giornale da parte dell’opinione pubblica, non solo francese, è anche vero che questa vertenza aziendale su quello che una parte della redazione ha definito il “veleno dei milioni” provoca un moto di ripulsa. Non si tratta, evidentemente, di fare del moralismo spicciolo. Nè di voler prendere parte ad una lotta interna ad una redazione. Certo è che la sola notizia provoca stupore. Almeno in chi ha gridato al mondo intero, dopo il sanguinoso attentato, ” Siamo tutti Charlie Hebdo”.