Comunismo uguale nazismo: la legge approvata in Ucraina ci riporta a Nolte
Sarebbe possibile, in Italia, una legge che equipari nazismo e comunismo definendoli entrambi regimi criminali e vietandone i simboli? Se lo domanda Massimo Gramellini su La Stampa e naturalmente si dà una risposta negativa. In Italia non sarebbe possibile perché, aggiungiamo noi, attorno al comunismo c’è ancora un alone positivo, grazie al fatto di separare l’esperienza italiana dal comunismo realizzato nei regimi sanguinari dell’Unione sovietica e dell’Europa dell’Est.
Il comunismo in Italia è ancora ritenuto valido
Persino un intellettuale controcorrente (e assai apprezzato in certi ambienti di destra) come Diego Fusaro “salva” il comunismo da un’equiparazione scomoda e critica con durezza la legge ucraina: «Il senso di queste leggi è quello di plagiare, addirittura mettendolo fuori legge, ogni tentativo di progettare una società diversa da quella capitalistica. Equiparando indebitamente comunismo e nazismo si dice di non provare mai più a cambiare il mondo». Fusaro considera perciò ancora il comunismo come una valida ideologia alternativa al capitalismo (come se l’esperienza dell’Urss non fosse esistita). Una mentalità, quella di Fusaro, che è comune a molti ex e neo simpatizzanti del comunismo considerato come aspirazione di giustizia e di uguaglianza e non come vessillo ideale di regimi totalitari, tirannicidi e nemici delle libertà e dei diritti. Inutile dire che il contrario non è consentito: non è possibile cioè separare l’esperienza storica dei fascismi (nazismo compreso) dalle idealità di fondo che ne furono il retroterra. In altre parole i totalitarismi fascisti vanno condannati in blocco mentre il comunismo, “epurato” dalle degenerazioni staliniste, sarebbe ancora degno di considerazione.
La tentazione di processare le idee
Nella legge ucraina c’è semmai un altro difetto, al di là del dibattito se sia stato peggio il nazismo o il comunismo: e cioè la tentazione di processare le idee prendendo a pretesto le tragedie della storia che, se non vanno dimenticate, non possono essere strumentalizzate sulla base di equilibri politici contingenti.
La scomoda tesi di Nolte
Quanto al nocciolo della questione, se cioè nazismo e comunismo siano equiparabili, vale la pena di ricordare la testi dello storico Ernst Nolte, per il quale tra i regimi di Stalin e di Hitler esistevano evidenti analogie al di là della forma totalitaria in cui si esprimevano: tutto il potere al partito-Stato. Secondo Nolte il regime stalinista esercitava la sua oppressione contro i “nemici di classe” così come il nazismo faceva nei confronti dei nemici della razza tedesca. Lager e gulag nascevano quindi dallo stesso estremismo fanatico. Una tesi, come si ricorderà, molto combattuta perché ritenuta in qualche modo giustificazionista verso il nazionalsocialismo. Un dibattito che, proprio al fine di non determinare ambigue manipolazioni di ferite storiche ancora non rimarginate, andrebbe lasciato agli storici evitando di stabilire per legge torti e ragioni.