Dieci anni fa la morte di Papa Wojtyla, ma nessuno se n’è ricordato

3 Apr 2015 17:32 - di Aldo Di Lello

Papa Wojtyla moriva dieci anni fa, il 2 aprile del 2005. Ma pochi, tra i grandi media, hanno onorato la ricorrenza come avrebbe meritato. A parte il Tg2 e Tgcom24, il Corriere della Sera e, ovviamente, Radio Vaticana nessuno se n’è ricordato. È un fatto sconcertante. che segnala una “pesante”  leggerezza spirituale, una perdita di memoria, un’anemia morale galoppante. E dire che, se c’è stata una figura chiave  al varco Millennio, questa figura è stata proprio quella di Giovanni Paolo II. Un anno fa, il giorno in cui è stato proclamato santo insieme a Giovanni XXIII, fu un evento mediatico mondiale. Oggi invece la Rai, a partire dall’“ammiraglia” Raiuno, non ha  ritenuto di dare alla scomparsa di Papa Wojtyla il risalto dovuto. Eppure l’ “icona” del Pontefice ha dominato l’universo dei media per molti anni. Poi, naturalmente, la grandissima devozione che circonda la figura del Papa polacco non può essere minimamente intaccata dal comportamento di giornali e televisioni. Come pure, su un altro piano, il segno di Wojtyla rimane indelebile nella storia di decenni cruciali. Basterà ricordare che il giorno dei funerali di Giovanni Paolo II il mondo parve fermarsi e tutti i potenti della Terra accorsero a Roma per onorare il Papa che aveva contribuito a fornire un’accelerazione decisiva allo sgretolamento del sistema comunista. E l’immagine di un Papa che incide così profondamente sui cambiamenti storici come “Karol il Grande” non potrà mai impallidire. Ma lo sconcerto per l’insostenibile leggerezza del sistema medianico italiano rimane. È certamente un fatto di scelte aziendali, di impreparazione dei dirigenti, di superficialità dei direttori di testata. Ma è anche un segno di decadenza culturale, di ritirata morale, di rattrappimento e parcellizzazione dell’opinione pubblica. Nell’universo piatto e uniforme di nuovi e vecchi media scivolano, senza lasciare traccia, le parole roboanti (e vuote) dei comunicatori in stile Renzi.

Commenti