Genocidio armeno, è scontro tra l’Unione europea e la Turchia

15 Apr 2015 20:34 - di Giovanni Trotta
Una scena del film "La masseria delle allodole"

Il parlamento europeo ha approvato per alzata di mano una risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni, rende omaggio alle vittime, propone l’istituzione di una giornata europea del ricordo e deplora ogni tentativo di negazionismo. Passa anche un emendamento che elogia il messaggio di Papa Francesco. Furibonda la Turchia. «Dopo le giustissime parole di Papa Francesco sul genocidio armeno, la Turchia alza i toni e arriva addirittura a definire il Pontefice appartenente al fronte del male. Ora Erdogan minaccia di espellere i 100 mila armeni che lavorano in Turchia se l’Unione Europea non calerà un silenzio tombale su questa triste pagina storica? Nessun problema: vorrà dire che accoglieremo in Europa i 100 mila armeni cristiani e rimanderemo indietro i milioni di turchi che vivono nell’Unione Europea», ha dichiarato la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Mi auguro che i popoli europei non accettino minacce dalla Turchia e ribadiscano con forza che la nostra libertà non è negoziabile, che non c’è spazio nell’Ue per chi ammicca all’integralismo islamico e non condanna tutti i massacri di cristiani perpetrati da un secolo a questa parte».  Da parte sua l’eurodeputato della Lega Nord, Mario Borghezio, nel suo intervento nel dibattito sul “Centesimo anniversario del genocidio armeno” nella plenaria del parlamento europeo ha detto che «il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è un negazionista che parla da mafioso» e quella alle parole del Papa è stata una «risposta violenta che dimostra che la Turchia è altro da noi». Borghezio poi ha sottolineato «il significato particolarmente grave» delle parole di Erdogan ricordando che è dalla Turchia che veniva l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II. La vicepresidente della Commissione, la bulgara Kristalina Georgieva, parlando di quanto successo cento anni fa sottolinea che risveglia sensibilità diverse ma è un’opportunità per la riconciliazione che è la base del progetto europeo, arrivando a concludere che «indipendentemente da come lo si possa interpretare non si può negare la verità storica». Consensi anche da sinistra: «Il genocidio armeno è un crimine che viene censurato anche nei negoziati della Ue con la Turchia ma continuare a negarlo sarebbe come se la Ue fosse stata fondata negando l’Olocausto commesso dalla Germania nazista», ha infatti detto Barbara Spinelli nel dibattito in plenaria.

La dura risposta di Ankara: «Respingiamo al mittente»

Dura la risposta del governo turco. In una nota si «respingere al mittente» la mozione, «un esempio senza precedenti di incoerenza in tutti i suoi aspetti». Nella nota si afferma di «non prendere sul serio» il documento dell’Europarlamento, rilevando che è stato approvato da una assemblea eletta nel 2014 solo dal 42% dei cittadini europei. Erdogan aveva avvertito in mattinata che avrebbe ignorato la risoluzione di Strasburgo, che sarebbe «entrata da un orecchio per uscire dall’altro».  Nella nota il ministero degli esteri di Ankara accusa anche l’assemblea di Strasburgo di essere nota per avere sempre «posto ostacoli allo sviluppo delle relazioni Ue-Turchia» e di ripetere «cliché anti-turchi». Fra le altre accuse rivolte ai deputati Ue quelle di «non avere nulla a che vedere con i valori europei e di attizzare odio, rivincita e cultura del conflitto». Secondo Ankara, dal 2005 formalmente in negoziato di adesione con l’Ue, dietro alla risoluzione europea ci sono un «fanatismo culturale e religioso e una indifferenza verso gli altri considerati diversi». La risposta turca invita pure gli eurodeputati a «voltarsi verso il loro proprio passato e ricordare il loro ruolo e le loro responsabilità nelle più orrende calamità dell’ umanità come la prima e la seconda guerra mondiale, prima di occuparsi delle vicende del 1915».

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